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La bufala sul ritorno delle Brigate Rosse: La storia del falso volantino spedito ai politici

Sono tornate le ‘Brigate Rosse’. La notizia di un documento inviato ad alcuni politici e firmato dal gruppo terrorista sta rimbalzando sui media. L’atto incriminato è stato inviato al governatore del Veneto Zaia, quello dell’Emilia Romagna Bonaccini, e i sindaci di Bologna, Modena, Ravenna, Ferrara e Rimini.

Il trattato, sotto all’intestazione ‘Brigate Rosse’ e alla famigerata stella a cinque punte, si apre così: “Il Popolo Italiano si è RISVEGLIATO e condanna la dittatura imposta da una classe politica incapace e impreparata in materia economica-finanziaria e sanitaria. Abbiamo deciso, uniti come un tempo, di colpire il cuore dell’Italia: GIOVEDÌ 19 NOVEMBRE 2020 posizioneremo ordigni esplosivi in sedi giornalistiche, sedi politiche, stazioni ferroviarie, banche, uffici pubblici e la RIVOLUZIONE AVRÀ INIZIO!

Fin qui la somiglianza con i vecchi documenti delle Br c’è ma sono le successive richieste a far sorgere dubbi sugli effettivi mandanti. Il testo infatti assume toni grotteschi e surreali. Si richiede di riaprire tutto: ristoranti, bar, palestre, teatri, piscine, centri sportivi, cinema, luoghi di aggregazione sociale, scuole e l’abolizione dello smart working. Il tutto “Senza limiti d’orario, distanziamento e uso di mascherine“. Da queste richieste sembra chiaro che le brigate più che rosse sono arancioni, come i gilet. Più che una lotta proletaria sembra una richiesta di Confindustria condita da un marcato negazionismo.

Negli ultimi tre punti del documento, le ‘Brigate anti-covid’ ordinano di “Comunicare a tutti gli italiani che la Pandemia da Covid 19 è terminata” e di “Vietare la divulgazione di notizie allarmanti e false su tutti i mezzi di comunicazione”. Ma soprattutto di “Liberare le forze dell’ordine dall’umiliante compito di controllare e multare i cittadini che violano le normative anti-covid”.

La premura di questi personaggi verso lo sfruttamento delle Forze dell’Ordine è un ossimoro che fiacca ancor di più la tesi sul ritorno del terrorismo rosso nel nostro paese, riducendo la vicenda ad un altra pagina triste della storia della Pandemia.

Vittorio Senese

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