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Esteri

La moglie lo caccia di casa per il Covid e lui la uccide infierendo sul cadavere: arrestato

Il 66enne Hussein Egal ha ammesso di essere il responsabile dell’omicidio della moglie, uccisa in modo brutale per una motivazione a dir poco assurda

A distanza di quasi un anno è stata fatta giustizia Maryam Ismail, una donna di 57 anni uccisa brutalmente dal marito, il 66enne Hussein Egal, lo scorso aprile 2020 in pieno lockdown. Entrambi domiciliati a Londra, Egal era un autista di autobus mentre la vittima lavorava come collaboratrice scolastica.
Lascia senza parole il motivo dell’efferato omicidio: secondo quanto riportato durante la sentenza che si è svolta mercoledì, Egal avrebbe ucciso e infierito sul cadavere della donna solo perché quest’ultima gli aveva chiesto di andarsene da casa in quanto contagiato dal Covid.

Ha infierito sul cadavere della vittima con diversi oggetti

“Un attacco brutale, frenetico e prolungato, durante il quale ha utilizzato un martello, una mannaia, vari coltelli, pentole e padelle e infine una gamba del tavolo e una scala conficcati ripetutamente nella schiena, nel petto, nelle gambe e nella testa della vittima: questa la grottesca descrizione effettuata in tribunale dal pubblico ministero incaricato Allison Hunter.

Ad aprile il cadavere massacrato della donna venne ritrovato a terra nella loro abitazione in quella stanza che è stata descritta come una vera e propria scena dell’orrore.
Dall’autopsia è emerso che sul corpo sono state rinvenute almeno 68 ferite, simbolo dell’accanimento di Egal nei confronti della moglie.

Un attacco pianificato, quello dell’autista 66enne, che alla richiesta della moglie di andarsene di casa rispose “Prima o poi ti ucciderò”.
Oltre a essere dichiarato sano di mente e dunque in grado di intendere e volere nel momento in cui ha commesso il delitto, Egal ha tentato in ogni modo di insabbiare le prove, lavando una mannaia utilizzata nell’attacco, smaltendo il cellulare della vittima per poi recarsi in banca per trasferire il denaro di lei alla figlia che risiede in Somalia.
L’uomo, nonostante abbia ammesso di essere il responsabile dell’attacco alla moglie, ha negato in ogni modo la possibilità di essere accusato di omicidio, continuando a trovare con le forze dell’ordine giustificazioni per il terribile e brutale gesto. 

Martina De Marco

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