Bonaccini la pensa come Salvini sulle riaperture: “Ragionevoli laddove le cose vanno meglio”

Per una volta, anche abbastanza inaspettatamente, la rima tra Bonaccini e Salvini si rivela appropriata, con il presidente della Conferenza delle Regioni che ha dato ragione al leghista in merito alla necessità di procedere con delle chiusure mirate nel Paese, a scapito del lockdown geenralizzato.

“La cosa che ha detto Salvini sui ristoranti aperti anche la sera laddove ci sono territori che non abbiano troppi rischi di contagio, magari con restrizioni ancora più robuste di oggi, è ragionevole“. Lo ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni e dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, in collegamento a L’aria che tira su La7.

Laddove le cose vanno in maniera migliore – ha aggiunto Bonaccini – si può ragionare con controlli più serrati, restrizioni anche maggiori”, anche per “provare a dare un po’ di ossigeno dove ci sono meno rischi a quella parte di attività” che è stata maggiormente colpita in questi mesi.

La reazione di Salvini e la prudenza del Cts

Fa piacere trovare consenso trasversale su una proposta di assoluto buonsenso, che salvaguardi sia il diritto alla salute che il diritto al lavoro“. Così Matteo Salvini su twitter commenta le dichiarazioni di Bonaccini, a proposito della riapertura dei ristoranti la sera.

Abbiamo parlato di aperture, sarebbe banale parlare di sottosegretari”, un tema sul auquale “c’è sintonia”, ha detto oggi Salvini lasciando palazzo Chigi. “Servono interventi mirati, come a Brescia, non serve un lockdown nazionale da Catania a Bolzano, chiusure mirate e ritorno alla vita – insiste il leader della Lega -, se si può pranzare tranquilli si può cenare tranquilli, lo stesso vale per palestre, impianti sportivi e istituti culturali, possono tornare garantendo salute e distanze e chi non può deve avere i ristori“.

Massima prudenza sulle riaperture, tuttavia, è stata espressa dal Comitato tecnico scientifico nella riunione di oggi pomeriggio, secondo quanto rimarcato nel verbale di fine seduta inviato al Presidente del Consiglio, Mario Draghi.

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