Per chi ha già seguito un Festival di Sanremo o semplicemente ha vissuto tramite la narrazione giornalistica la settimana dedicata alla musica italiana, non è una novità che la kermesse canora sia accompagnata da critiche esterne per qualcosa che accade sul palco. Nella prima serata sono stati due i momenti che hanno generato critiche: l’ingresso di Amadeus e l’esibizione di Achille Lauro.
Se sulla presenza scenica del cantante come possibile motivo di discussione c’erano pochi dubbi già da principio: già lo scorso anno le scelte stilistiche e di abbigliamento dell’artista avevano portato a numerose polemiche. La polemica sull’ingresso in scena di Amadeus, invece, in molti non se la sarebbero aspettata.
Il conduttore è stato criticato per essersi fatto il segno della croce prima di scendere le scale e cominciare la conduzione del Festival. Ad essere giudicata inopportuna è stata la scelta di mostrare il segno della croce in diretta nazionale. Secondo Roberto Grendene, presidente dell’UAAR (Unione Atei Agnostici Razionalisti), è stata infatti una precisa scelta del direttore artistico di Sanremo.
Intervistato da ADN Kronos, questo ha dichiarato: “Era un po’ tutto concordato. Amadeus, che è un professionista, non il primo che capita, e la regia del Festival di Sanremo, hanno voluto inserire quel gesto, e in questo senso a me sembra davvero poco opportuno”. Lo stesso Grendene poi si chiede: “come sarebbe stata presentata la stessa situazione se anziché fare il segno della croce, Amadeus avesse esposto la nostra tessera in mondovisione? Probabilmente ci sarebbero state delle proteste, dicendo che Amadeus aveva occupato lo spazio pubblico promuovendo la sua concezione del mondo. E questo è ciò è successo”.
Il Festival però ha scontentato anche gli spettatori di fede cristiana. La causa del malcontento è stata la performance di Achille Lauro: durante la canzone, dagli occhi dell’artista sono scese delle lacrime rosso sangue, interpretate come eccessive e offensive per i fedeli cristiani. Il perché lo ha spiegato sempre ad Adn Kronos, Don Rizzolo che parlando della trovata scenica ha dichiarato: “Sicuramente eccessiva, forse anche blasfema”.
Lo stesso sacerdote ha poi spiegato il perché della sua critica: “In ogni caso, è una scelta eccessiva, per certi versi scioccante, che l’artista si poteva tranquillamente risparmiare e che potrebbe anche essere interpretata in maniera negativa, al di là di possibili riferimenti cercati e voluti, come una offesa ai credenti cristiani, per la possibile allusione alla statue della Madonna e a immagini sacre legate alle lacrimazioni: l’effetto potrebbe richiamarle, sfiorando il blasfemo”.
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