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Spettacolo

Grande lutto nel mondo del cinema: è morto Bertrand Tavernierd, pluripremiato regista francese

E’ mancato un grande artista, Bertrand Tavernier, regista che ha scritto la storia del cinema transalpino (e non).

Il Cinema deve molto all’autore che ha esordito nella metà degli anni ’70 ‘L’orologiaio di Saint Paul’ con Philippe Noiret.

Bertrand Tavernierd, pluripremiato regista transalpino

Bertrand Tavernier ha dato tanto al cinema francese e mondiale. La moglie Colo, i figli Niels e Tiffany piangono la sua morte, giunta ieri al termine di una lunga malattia.

Regista e autore del succitato ‘L’orologiaio di Saint Paul’ con Philippe Noiret, da lui scritto e diretto, nel 1974 ha ottenuto a Berlino Orso d’argento, gran premio della giuria: il primo di una serie lunghissima di riconoscimenti internazionali in tutti i principali premi continentali, da Berlino a Cannes (migliore regia nel 1984 con ‘Una domenica in campagna’) a Venezia (Leone d’oro alla carriera nel 2015).

Tavernier è stato anche produttore, critico e saggista. Storico del cinema, ha fondato e presidente dell’Istituto Lumière a Lione. Appassionato bibliofilo e di gialli, grande sceneggiatore e comunicatore, se ne è andato a 79 anni (tra un mese avrebbe festeggiato l’80esimo).

Bertrand Tavernier era nato infatti a Lione il 25 aprile del 1941, figlio di René – poeta, scrittore, bibliofilo e, durante l’occupazione tedesca, fondatore della rivista letteraria ‘Confluences’.

All’età di sei anni, Tavernier si trasferì a Parigi con la famiglia e a 11 anni fu mandato in un collegio in Normandia. Rientrato poi nella capitale francese, si iscrisse al prestigioso Liceo Henry IV nel 1957.

Dal 1961 ha lavorato con il produttore, della Nouvelle Vague, Georges de Beauregard.

Bertrand Tavernier amava essere definito un regista ‘eclettico’, capace di lavorare ad opere in costume e a melodrammi storici: “Tutto ciò che distorce e drammatizza l’emozione e la realtà mi interessa. Questo si avvicina forse molto alla maniera in cui amo realizzare un film: una messa in scena basata sull’emozione che, lo spero, non è mai artificiosamente tradotta”, diceva.

Oltre ai tanti film (parliamo di una filmografia composta da una decina di opere), Tavernier verrà ricordato per il suo ruolo di studioso della settima arte: del ’70  il suo primo libro saggistico, ’30 anni del cinema americano’, cui seguì ‘50 anni di cinema americano’ e altre importanti opere che rimarranno nella storia della divulgazione legata al mondo cinematografico.

D.P.

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