“Bossetti fiducioso”: dopo dieci anni si riapre il caso Yara Gambirasio

Si riapre il caso di Yara Gambirasio, la ragazza di Brembate di Sopra, scomparsa il 26 novembre 2010 e il cui corpo è stato ritrovato il 26 febbraio 2011. L’unico indiziato per l’omicidio della ragazza era ed è ancora Massimo Giuseppe Bossetti, l’ex-muratore, condannato all’ergastolo proprio per l’omicidio di Yara.

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Dall’inizio del processo ora, per la terza volta, la Cassazione ha accolto il ricorso dei legali di Bossetti e il 21 maggio accogliendo proprio l’istanza degli avvocati ha annullato il provvedimento della Corte d’assise che aveva dichiarato inammissibile l’istanza presentata. Ora, quindi una nuova udienza si terrà davanti alla Corte d’assise di Bergamo.

Massimo Giuseppe Bossetti, appena ricevuta la notizia che la Cassazione ha accolto l’istanza, ha detto di essere “teso ma fiducioso, che possano essere ammesse nuove analisi sui reperti di DNA”.

Il legale di Bossetti, Claudio Salvagni, ha spiegato che si è assistito a una “strenua difesa di un’indagine qualitativamente scarsa e che non ha raggiunto una certezza granitica”.

Lo stesso avvocato dice di essere davvero molto sorpreso di questi continui rimpalli tra le Procure, che ha portato i legali per altrettante volte in Cassazione e sempre per tutte le volte la Corte Suprema si è dichiarata favorevole al diritto di esaminare i vari reperti.

Salvagni è molto convinto del fatto che se quei 54 reperti di Dna trovati sui vestiti di Yara fossero analizzati, si troverebbero “le risposte a tutti i dubbi ancora in piedi su questa vicenda“.

Salvagni: “Il mio assistito è teso, ma fiducioso per questi ultimi sviluppi”

L’avvocato Salvagni ha detto poi, riferito a Bossetti, di averlo trovato “in tensione per questi ultimi sviluppi, ma anche fiducioso“. Bossetti si è sempre dichiarato innocente, dicendo che l’unico modo che avrebbe potuto dimostrare la sua innocenza era la perizia sul Dna.

Il suo stesso legale ha detto che il Dna riferito a “Ignoto 1” non può essere in alcun modo riferibile a lui.

Nell’arco degli ultimi dieci anni la tecnologia in campo investigativo è molto migliorata e questo avanzamento potrebbe portare alla sentenza definitiva sul caso di Yara Gambirasio.

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