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Interni

Vittorio Feltri e la politica attiva: candidato al consiglio comunale di Milano, spiega le sue “ragioni”

Le amministrative di Milano non sono mai state così divertenti come quest’ultime. Se si fatica a trovare dei candidati sindaci per più di ventiquattrore, complice anche la mole di responsabilità che ormai investe un sindaco anche indirettamente (è del mese scorso la notizia della sindaca di Crema Stefania Bonaldi, indagata per una porta tagliafuoco non a norma che è costata delle dita schiacciate ad un bambino all’asilo), lo stesso non si può dire dei consiglieri comunali.

Questa “tendenza” la conferma Vittorio Feltri, giornalista di punta e più controverso di Libero, un po’ come il giornale che rappresenta, ad un’intervista rilasciata alla Stampa. Fare il sindaco è una rogna: si lavora tanto, venti ore al giorno, per uno stipendio inadeguato, mentre il consigliere comunale ha più libertà di movimento e con un impegno minimo richiesto di una volta a settimana; ed è per questo che Feltri ha scelto questa seconda condizione più comoda, nonostante i partiti di destra abbiano spinto più volte per una sua candidatura a primo cittadino, quando Meloni e Salvini non lo vogliono Presidente della Repubblica.

Ma la ragione principale che l’ha spinto ad iscriversi a Fratelli d’Italia è stata l’intolleranza al sinistrismo modaiolo e al politicamente corretto imperante, lo stesso che intravede nel partito della Meloni una neanche tanto celata vena fascista, ma è propaganda di sinistra per Feltri che ha ammirazione e stima per l’operato della leader di Fdi, a differenza di Matteo Salvini che fa cadere un governo col movimento 5 stelle per rigovernare sempre con loro.

Le cose da risolvere a Milano, secondo Feltri

In ordine troviamo piste ciclabili, monopattini a rotelle e clochard. Per il capolista delle comunali sono questi i principali problemi della città. Le prime rischiano di paralizzare il frenetico traffico milanese che va al lavoro, a differenza di chi ammira il Vesuvio, e vanno disciplinate. Insomma, più auto libere per liberi lavoratori. Le seconde, invece, rappresenterebbero un vero e proprio pericolo, serve casco, assicurazione, patentino e tutto ciò che serve per tenerli a bada.

Eppure, oltre alla mobilità, il giornalista sembra avere a cuore anche un altro tema, un po’ più a sinistra di quanto lui possa ammettere a sé stesso. Non sopporta la vista dei clochard per strada, uno spettacolo a cui non riuscirà mai ad abituarsi, soprattutto in inverno. Ci sarebbero molte case dismesse da donare ai senzatetto, ma chissà se Fratelli d’Italia sarà d’accordo con lui nel caso in cui il pediatra Luca Bernardo diventi sindaco di Milano.

 

 

K. S.

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