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Spettacolo

“È pornografia minorile”: il bimbo della copertina di Nevermind fa causa ai Nirvana

A distanza di 30 anni dall’uscita di uno dei più celebri album dei Nirvana, Spencer Elden, il bimbo raffigurato sulla copertina, ha deciso di intentare una causa contro la band nonostante le dichiarazioni contraddittorie rilasciate in merito nel corso degli anni

Era il 1991 quando la Geffen Records pubblicò Nevermind, il secondo album del gruppo musicale statunitense Nirvana. Ritenuto come uno degli album più iconici degli anni ’90 e, in generale, della storia del rock, Nevermind si è posizionato fra le prime posizioni nella classifica degli migliori dischi rock di sempre. Conosciuta a tutti, anche ai non amanti del genere, la copertina nella quale è immortalato un bimbo sott’acqua intento a inseguire una banconota come esca inserita successivamente in post produzione.

Oggi quello scatto che ha segnato l’immaginario di intere generazioni di ascoltatori sembra non essere gradito dal protagonista, il quale ha deciso di intentare una causa nei confronti della band. Vediamo nel dettaglio la vicenda e come è nata l’idea della copertina.

Come nacque la copertina di Nevermind

Il protagonista dello scatto è Spencer Elden, allora 4 mesi, che venne immortalato nudo in una piscina di Pasadena in California dal fotografo Kirk Weddle. I genitori di Elden ricevettero un compenso di 150 dollari per aver permesso lo scatto del figlio. Fu al frontman del gruppo, Kurt Cobain, che venne in mente l’idea, “partorita” dopo aver visto un documentario su, appunto, i parti in acqua.

Già allora si pensò che la nudità di un bambino potesse in qualche modo limitare o compromettere la distribuzione, e si pensò in tal senso di censurare per lo meno i genitali dell’infante con un aerografo. Un’idea, questa, che non piacque per nulla a Cobain, proponendo in alternativa la possibilità di mettere un adesivo nelle zone che andavano censurate, e aggiungendo, a tal riguardo, che “chi poteva sentirsi offeso dall’immagine del pene di un neonato, probabilmente doveva essere un pedofilo represso”. Alla fine vinse la proposta dell’adesivo, ma non in tutti i Paesi venne distribuito con l’etichetta finalizzata a censurare i genitali.

La denuncia del bimbo sulla copertina di Nevermind

Nel 2005, quando Elden era 15enne, venne intervistato in occasione di un documentario intitolato ‘Classic Albums: Nirvana – Nevermind’. In un’intervista rilasciata l’anno seguente espresse tutta la sua ammirazione nei confronti della band, dicendosi onorato di aver in qualche modo fatto parte di quell’album. Nel 2008 acconsentì persino a farsi ri-fotografare nella stessa piscina di allora ma in bermuda, segno di un suo compiacimento dell’essere stato ritratto su quello storico album.

Oggi, però, le cose sembrano essere cambiate, e non poco. Elden ha infatti deciso di fare causa contro la band di Kurt Cobain, accusandola di aver violato le leggi federali sulla pornografia infantile generando danni permanenti e gravi conseguenze alla sua persona. Fra discografici, fotografi e registi le persone citate in causa sono 17, il tutto per un compenso di 150mila dollari.

A detta di Elden la foto di lui senza nuota nudo abbia una forte connotazione pedopornografica e si rifiuta che la sua immagine venga utilizzata in questo modo. Ma non solo: come riporta il sito TMZ Elden ha dichiarato di non aver potuto dare il proprio assenso all’utilizzo dell’immagine e che, di fatto, neanche i suoi genitori lo avessero fatto ufficialmente attraverso la compilazione di una liberatoria.

Infatti il padre di Spencer, Rick Elden, era molto amico del fotografo Kirk Weddle e lo è tutt’ora: pare, infatti, che i due si sentano ancora. In nome di quell’amicizia che li legava decise di portare il figlio allo shooting, dando vita a quello scatto inizialmente tanto gradito e poi, misteriosamente, odiato.

Insomma, da protagonista della copertina che si esplicita come una palese critica al capitale al ritorno economico di Elden il passo è stato breve.

Martina De Marco

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