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Esteri

“Uccidi, stupra, controlla”: Ms-13, l’organizzazione criminale che terrorizza l’America (e non solo)

Ms-13, l’abbreviazione di Mara Salvatrucha, è il nome di un’organizzazione criminale transnazionale, conosciuta per l’efferatezza dei suoi metodi d’azione. Nata in un sobborgo di LA, adesso l’organizzazione comprende bande provenienti da quasi tutto l’occidente, anche l’Italia.

“Uccidi, stupra, controlla”

In vaste aree dell’America meridionale, centrale e settentrionale, basta un nome minuscolo per gelare il sangue: MS-13.

In un continente inondato da mortali cartelli della droga e bande di strada assassine, MS-13 – con il suo motto “uccidi, stupra e controlla” – è famoso per la sua ferocia e la passione per la decapitazione delle sue vittime con i machete.

La violenza, essenziale alla banda, non è indirizzata solo alle vittime, ma è una regola a cui devono sottostare gli stessi membri della gang per l’iniziazione. Per entrare a far parte della banda i membri devono essere picchiati brutalmente per 13 secondi e poi essere ‘battezzati’, ovvero commettere il loro primo grave crimine, spesso un omicidio.

La narrazione circa la ferocia dei metodi del gruppo li rende ‘appetibili’ anche per i cartelli della droga, che li assoldano per le loro guerriglie urbane.

I membri della banda sono incoraggiati a farsi tatuaggi estesi, il che rende anche difficile andarsene. Le persone che ci provano vengono spesso uccise, insieme alle loro famiglie.

Origini e attualità

Formata da membri provenienti dall’America latina, la particolarità della banda è che è nata a Los Angels, un luogo decisamente inaspettato. A seguito di un’ondata d’immigrati salvadoregni in città negli anni ’80, ci fu una commistione tra le bande già esistenti, bande messicane, asiatiche e afroamericane. La firma della banda, ovvero le decapitazioni con il machete, hanno poi portato all’estradizione dei membri della banda, in caso di cattura, ad El Salvador, da cui poi la loro influenza si è imposta in tutta l’area.

Oggi i membri della banda si stimano intorno alle 50.000 unità, non troppi in confronto ad altre bande, ma temuti per la loro brutalità.

Tanto è la loro influenza che si permettono ‘minacce’ contro il governo: in Honduras, alla proposta della reintroduzione della pena di morte, sei membri della banda, guidati da Juan Bautista Jimenez, hanno fermato un autobus, sparandogli addosso con una mitragliatrice. Poi salendo a bordo del bus, hanno iniziato a uccidere ogni passeggero, decapitandoli con il machete. Morirono 28 persone, la maggior parte donne e bambini.

Nemica delle amministrazioni statali, la banda, che non si riesce a sgominare, è spesso destinataria di compromessi. I governi che si dimostrano tolleranti nei confronti della banda, ottengono la mancanza di violente ripercussioni sui civili.

Federica Giunta

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