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Spettacolo

Morto Paolo Pietrangeli, addio al padre di ‘Contessa’: aveva 76 anni

Se ne va a 76 anni, a seguito di una malattia, Paolo Pietrangeli, cantautore, regista e voce della canzone politica e di protesta. Pietrangeli ha rappresentato uno dei volti simbolo della lotta di classe sessantottina in Italia; già all’inizio degli anni Sessanta aveva iniziato a comporre canzoni a sfondo socio-politico e nel 1966 entra a far parte del Gruppo del Nuovo Canzoniere italiano, ma è con Valle Giulia e Contessa, entrambe incise con la seconda voce di Giovanna Marini, interprete anche lei delle canzoni di protesta, che il cantautore romano diventa simbolo di una generazione sgangherata, agitata, ribelle, ma per questo libera, in grado di unire operai e studenti sotto uno stesso inno.

E più di cinquant’anni dopo, i versi di Pietrangeli, come una profezia, restano  più attuali che mai:

“Che roba contessa, all’industria di Aldo
Han fatto uno sciopero quei quattro ignoranti
Volevano avere i salari aumentati
Gridavano, pensi, di esser sfruttati”

Solo lo scorso ottobre si era aggiudicato il premio Tenco, ma Pietrangeli, già malato, non ha potuto presenziare alla cerimonia di consegna. Il Club Tenco aveva motivato così la scelta: “L’esuberanza e il fervore giovanile che all’età di vent’anni gli hanno ispirato Contessa hanno creato di lui l’immagine di un autore esclusivamente orientato a inni roboanti. Nulla di più lontano dalla sua vera vena poetica, costruita casomai sulla bonaria ironia e sul dubbio continuo in grado di rimettere in discussione ogni verità che si ritiene assoluta. Maestro del linguaggio dai virtuosismi verbali, inventore di immagini esotiche, eretiche ed erotiche, dispensa aneddoti e riflessioni danzando su sintassi musicali sapienti e, al contempo, di immediata presa, come si addice ai veri creatori di canzoni popolari”.

Pierpaolo Petrangeli, la carriera oltre la canzone impegnata

Sebbene il suo nome sia saldamente legato e ricordato per la canzone d’autore, l’attività principale di Pietrangeli è stata senza dubbio la regia. Prima nel cinema, aiuto regista di Mauro Bolognini sul set di L’assoluto naturale (1969), di Luchino Visconti in Morte a Venezia (1971) e di Federico Fellini per Roma (1972). Nel 1974 è ancora aiuto regista con Paul Morrissey in due film ispirati da Andy Warhol: Flesh for Frankenstein e Blood for Dracula.

Sempre nel 1974, la svolta: debutta come regista con il documentario Bianco e Nero, lungometraggio che esplora il fenomeno del neofascismo e denuncia delle collusioni tra una parte dello Stato e settori eversivi dell’estrema destra. Nel 1977 dirige il film Porci con le ali, tratto dall’omonimo best seller di quegli anni “Porci con le ali. Diario sessuo-politico di due adolescenti” anche questo simbolo e manifesto della lotta politica del post ’68. Tre anni dopo, nel 1980, torna alla regia per I giorni cantati, cui partecipa come interprete anche Francesco Guccini.

Ma sono molte anche le regie televisive: per anni è stato al timone del “Costanzo Show” di e con Maurizio Costanzo, trasmesso dal teatro Parioli di Roma, un sodalizio continuato anche dopo l’ingresso in politica, nel 1994, dell’editore della Fininvest Silvio Berlusconi, lontano dalle lotte e dalle rivendicazioni di sinistra scritte e cantate da Pietrangeli. Sua la regia anche del fortunatissimo e seguitissimo talent show ‘Amici’ di Maria De Filippi.

Eppure, non ha mai abbandonato l’attività musicale, incidendo dischi e tenendo concerti, anche se per le sue esibizioni dal vivo ha sempre privilegiato manifestazioni politiche o iniziative di piazza o popolari, mantenendo fede alle proprie idee e convinzioni. L’interesse per la politica, infatti, lo ha sempre accompagnato: nel 1996 si è candidato alla Camera dei deputati con Rifondazione comunista, ma non venne eletto. Nel 2001 si è presentato alle elezioni in corsa al Senato nel collegio Roma-Tuscolano ottenendo il 5,5% dei voti e non il seggio. Nello stesso anno, con Wilma Labate e Roberto Giannarelli, ha diretto Genova.

K. S.

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