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Scienza e salute

Covid-19, con varianti più lievi vaccini “meno necessari”. Ma è davvero così?

La variante Omicron si sta ormai diffondendo anche nel nostro Paese causando un picco di contagi fin qui mai visto.

Tuttavia, i vaccini stanno tenendo basse le ospedalizzazioni e la stessa nuova variante, almeno stando ai primi studi, sembra essere meno aggressiva rispetto alla Delta, aumentando le speranze di volgere verso un’endemia.

Anche per questo alcuni esperti sostengono che le varianti future potrebbero essere ancora più lievi, agendo di fatto come un “vaccino naturale” e rendendo gli attuali sieri non più necessari.

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Il professor Ian Jones, virologo dell’Università di Reading, ha rilasciato un’intervista a MailOnline dove afferma che dopo Omicron, le prossime varianti “potrebbero essere ancora più lievi” e agirebbero di fatto come un “vaccino naturale”, poiché molte persone verrebbero infettate senza andare incontro ad un decorso grave della malattia o peggio alla morte.

Se questa ipotesi dovesse trovare conferma, la necessità per gli adulti di sottoporsi a periodiche vaccinazioni di richiamo potrebbe diminuire nel tempo.

Due dosi di Pfizer e il “booster” di Moderna: il mix più efficace

Il dottor Simon Clarke, microbiologo dell’Università di Reading, ha poi aggiunto che dopo due mesi e mezzo l’immunità garantita dal vaccino inizia effettivamente a calare, “ma ciò non significa che scenda ad un livello che non le consenta più di essere estremamente efficace”.

Altri epidemiologi la pensano diversamente e continuano a sostenere che le varianti di Covid-19 renderanno necessari richiami ogni quattro-sei mesi.

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Il “mix” più efficace sembra essere quello di coloro che si sono sottoposti alle prime due vaccinazioni con dosi Pfizer e hanno poi ricevuto il “booster” di Moderna: per questi soggetti, infatti, l’efficacia resta intorno al 70% anche dopo circa tre mesi.

Sempre stando agli studi più recenti, la doppia vaccinazione sembra ancora in grado di ridurre drasticamente il rischio di ospedalizzazione e morte, anche contro la variante Omicron: in caso di terza dose la protezione viene ulteriormente aumentata.

Roberto Naccarella

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