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Scienza e salute

La variante Omicron nei bambini con meno di un anno: preoccupano i sintomi e aumentano i ricoveri

In Inghilterra, sempre più bambini finiscono in ospedale a causa della variante Omicron. Il NHS (National Health Service) ha avvertito che la variante potrebbe colpire con sintomi più violenti i bambini sotto un anno di età.

I pediatri insistono che sia ancora presto per confermare ciò, dato che l’aumento dei ricoveri è dovuto anche ai medici, più cauti e dal ‘ricovero facile’. Intanto i dati degli ospedali confermano che tra il 14 Dicembre e il 12 Gennaio, il 42% dei pazienti covid minorenni aveva meno di un anno.

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I dati confermano anche che tra i ricoverati minori di 5 anni, pochissimi avevano sintomi gravi o bisogno di ossigeno. Secondo quanto riportato dal ‘Mirror’, il Prof. Russell Viner, dell’Università di Londra, ha dichiarato: “Ci sono prove che questa variante colpisca le vie respiratorie alte, di più rispetto alle precedenti varianti”.

“Questa variante potrebbe causare più febbre o sintomi respiratori simili a quelli del raffreddore in bambini molto piccoli, che fino ad ora sono stati asintomatici o più resistenti al virus. Le decisioni del NHS potrebbero portare più bambini al ricovero. Sta già succedendo“.

Aumentano i ricoveri tra i bambini: secondo i pediatri è colpa dell’NHS

Quattro bambini covid su cinque sono stati mandati in ospedale con sintomi lievi, perché vengono seguiti i protocolli obbligatori dettati dal numero d’emergenza del NHS. Ad alcuni sono stati somministrati antibiotici preventivi, contro eventuali  e serie infezioni batteriche.

A discapito dell’allarmismo del governo, molti medici continuano a sottolineare che i casi gravi nei bambini sono estremamente rari.

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La Dott.ssa Camilla Kingdon, presidente del ‘Royal College of Paediatrics and Child Health’ ha dichiarato: “Voglio fare chiarezza su questo argomento perché molti genitori saranno preoccupati“.

Per i pediatri, questo è il nostro pane quotidiano. Possiamo gestire al meglio le influenze nei bambini. Sono sicura che, anche se dovessero aumentare i casi, l’NHS potrà gestirli”.

Federica Pollara

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