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Interni

Frane e alluvioni, l’Italia è un colabrodo: il 94% dei comuni è a rischio dissesto idrogeologico

Sono 7.423 i comuni italiani a rischio dissesto idrogeologico, pari al 94% del totale. 

E’ il pesantissimo dato che emerge dal rapporto Ispra 2021, realizzato dai tecnici dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale assieme al presidente Stefano Laporta e al direttore generale Alessandro Bratti.

Dal rapporto viene fuori che praticamente tutta l’Italia può dirsi un territorio fragile, soggetto non solo a frane, alluvioni e inondazioni ma anche ad erosione costiera: i numeri evidenziano come 8 milioni di italiani vivano in aree ad alta pericolosità.

Di questi, 1,3 milioni sono esposti al rischio frane; inoltre, il 10% delle coste italiane è destinato all’erosione (841 chilometri in tutto), anche se gli interventi degli ultimi 20 anni hanno permesso oggi di avere litorali in avanzamento superiori a quelli in arretramento.

Ma l’incremento della superficie nazionale potenzialmente soggetta a frane e alluvioni, che sfiora rispettivamente il 4% e il 19%, non può che preoccupare fortemente gli esperti.

Ma da cosa dipende questa situazione così precaria? Sulla fragilità del territorio italiano intervengono più fattori, a cominciare dall’espansione delle aree urbanizzate, troppo spesso non accompagnata da una corretta pianificazione territoriale.

Urbanizzazione, spopolamento, cambiamento climatico: i motivi di un Paese fragile

Inoltre, come riporta anche il quotidiano La Stampa, anche il progressivo abbandono delle aree rurali non ha fatto altro che aumentare le problematiche, dato che il territorio non viene più curato e presidiato con la necessaria manutenzione.

Infine, le conseguenze del cambiamento climatico, in particolare il grande aumento delle piogge in determinati periodi dell’anno che scatenano “frane superficiali, colate detritiche e piene rapide e improvvise, dette flash floods”, come spiega lo stesso Bratti.

Basti pensare che 7 milioni di italiani vivono in aree a rischio alluvione (in particolare gli abitanti di Emilia-Romagna, Toscana, Campania, Veneto, Lombardia e Liguria); inoltre, su 900.000 frane censite nelle banche dati dei Paesi europei, circa 600.000 riguardano l’Italia.

Quasi un terzo di queste sono pericolosissime, dato che sono caratterizzate dal “cinematismo rapido”, un fenomeno che provoca colate di fango rapide e distruttive come quella che ha devastato Sarno nel 1998, causando 161 morti.

In ultimo, va ricordato che il dissesto idrogeologico mette a serio rischio una grandissima quantità di edifici, tra cui molte industrie, fino ad arrivare ai beni architettonici, monumentali e archeologici.

Roberto Naccarella

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