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Risoluzione UE contro finanziamenti russi e cinesi: quali partiti rischiano?

L’epocale risoluzione dell’Unione Europea mette sotto il mirino delle accuse i partiti sovranisti, e non risparmia i nomi: fra questi la Lega, un “cattivo esempio” per eccellenza dei gruppi politici che avrebbero ricevuto finanziamenti illeciti da Mosca e Pechino…

Fermare ogni tentativo di distorsione dei procedimenti e degli iter democratici, il dilagare di fake news e, soprattutto, i finanziamenti e gli aiuti dall’estero, in particolare dalla Cina e dalla Russia, agli esponenti di partiti politici europei.

E’ con questi obiettivi che il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione a larghissima maggioranza per arginare il fenomeno dei finanziamenti illeciti, soprattutto da Mosca e Pechino, ai partiti europei.

552, per la precisione, i voti favorevoli, contro 81 negativi. Una risoluzione che fa finire sotto il mirino degli organi europei molti dei partiti sovranisti, fra i quali la Lega di Matteo Salvini. 

Sovranisti sotto scacco dell’Europa, che fa “nomi e cognomi”

La risoluzione arriva dopo un rapporto dell’Europarlamento, nella quale ci sarebbero “prove concrete” – si legge – “[che] dimostrano che gli attori stranieri hanno interferito attivamente con le elezioni democratiche e i referendum dei paesi europei, attraverso operazioni di finanziamento occulto durante le campagne elettorali. Tali operazioni dolose mettono a repentaglio l’integrità delle elezioni indette nell’UE, poiché favoriscono una concorrenza sleale tra i partiti e i candidati, stanziando ulteriori risorse a taluni partiti – generalmente quelli antieuropeisti – non conteggiate nelle dichiarazioni ufficiali delle campagne elettorali”.

Accuse gravi, mosse non troppo velatamente. Anzi. L’Unione Europea, per riprendere una fortunata frase di Conte in pandemia, fa “nomi e cognomi” dei partiti “collaborazionisti”.

“Partiti come l’austriaco Freiheitliche Partei Österreichs, il francese Rassemblement National e l’italiano Lega Nord hanno firmato accordi di cooperazione con il partito Russia Unita del presidente russo Vladimir Putin”. E ancora “il tedesco Alternative für Deutschland (AfD), gli ungheresi Fidesz e Jobbik e il Brexit Party nel Regno Unito avrebbero stretti contatti con il Cremlino”.

Ma non è finita qui. Come riportato da Repubblica, infatti, sotto richiesta degli eurodeputati del Movimento Cinque Stelle in cui si fa praticamente riferimento alle consulenze prestate da Matteo Renzi:

“Alcuni paesi – si legge – sono particolarmente attivi nel campo dell’elite capture e della cooptazione, in particolare Russia e Cina, ma anche Arabia Saudita e altri paesi del Golfo”.

Dopo aver elencato tali motivazioni, nella risoluzione gli esponenti del Parlamento Europeo hanno invitato gli Stati membri ad adottare misure per poter colmare le “lacune legislative”, come si legge su Repubblica, riguardanti proprio i “contributi in natura da parte di attori stranieri a favore di partiti politici, fondazioni, persone che ricoprono cariche pubbliche o elettive”. Per portare avanti questa battaglia, dunque, dovrà essere attuato “un monitoraggio delle spese elettorali”.

Il centrodestra si spacca nel voto

Simbolico quanto importante il voto del centrodestra, che rispetto al voto della risoluzione si spacca a metà. 

I forzisti, afferenti al gruppo Popolari, e Fratelli d’Italia votano favorevole, nonostante il palese attacco all’alleato leghista.

Quest’ultimo, alla fine, ha optato per un voto di astensione.

La reazione nelle compagini politiche italiane: volano accuse reciproche

La risoluzione ha, ovviamente, comportato un vero e proprio effetto domino nei partiti italiani.

Sono volate, infatti, nelle ultime ore, accuse reciproche da ogni parte politica verso gli avversari.

Il democratico Pierfrancesco Majorino ha risposto a riguardo: “La tragica attualità di questi giorni rende tremendamente attuale il tema che abbiamo posto e dimostra la necessità di continuare il lavoro, garantendo che il Parlamento europeo sia un presidio forte e affidabile per la nostra democrazia”.

Da parte della Lega arriva la risposta per nome di Marco Dreosto, che afferma: “Sì al contrasto e alla dura condanna delle ingerenze e interferenze straniere in particolare di Mosca e Pechino, no alle strumentalizzazioni politiche della sinistra” e attacca poi PD e M5S: “Il primo è alleato del lobbista pro-Russia Schröder, il secondo è amico di Caracas e di Pechino”.

“Evidentemente” – insorge la grillina Laura Ferrara – “la Lega ha venduto l’anima al diavolo”.

Martina De Marco

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