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Curiosità

39 morti al cancello del paradiso: la storia del suicidio di massa di Heaven’s Gate, 25 anni dopo

Venticinque anni fa gli Stati Uniti furono i protagonisti del più grande suicidio di massa a stelle e strisce mai avvenuto. Era il 26 marzo 1997 quando 39 persone decisero di togliersi la vita, la polizia ancora non lo sapeva, ma quando arrivarono sulla scena del crimine si trovarono davanti i cadaveri della setta Heaven’s Gate, il cancello del paradiso.

Per il 25° anniversario della tragedia, un nuovo documentario di due ore, The Cult Next Door: The Mystery and Madness of Heaven’s Gate, sta portando alla luce inediti filmati d’epoca ritrovati durante l’indagine. Come riportato dal ‘The Sun’, il detective Rick Scully, un ex investigatore del dipartimento dello sceriffo di San Diego, una volta perquisita la casa, conosciuta come “il monastero”, dove sono stati trovati i corpi, non ha avuto dubbi: “Ci siamo resi conto che quella fosse sicuramente una setta”, ha spiegato.

Nella casa di San Diego, la polizia ha trovato 21 uomini e 18 donne morti suicidi, tutti indossavano abiti neri identici con scarpe da ginnastica Nike ed erano, come se fossero in posa pronti per entrare in scena, adagiati su una pila di letti a castello. Ogni corpo aveva la testa rasata ed era ammantato in una coperta viola. Ognuno di loro aveva anche in tasca 5,75 dollari in contanti ed accanto una borsa da viaggio sul pavimento.

Knockin’ On Heaven’s Door

I leader della setta Marshall Applewhite e Bonnie Nettles, che avevano cambiato legalmente i loro nomi in Do e Ti, usarono degni annunci e delle inserzioni pubblicitarie per trovare persone come loro alla ricerca dello “stadio successivo”, un modo per liberarsi dai loro istinti terreni e umani e passare all’illuminazione divina, in una sorta di ascesi collettiva volta ad abbandonare questo imperfetto mondo reale, troppo crudo a volte ed ingombrante.

Al Monastero tutti indossavano abiti neri identici con scarpe da ginnastica Nike ed erano adagiati su una pila di letti a castello.

Il culto di Heaven’s Gate, si fonda su questa esigenza: era un gruppo religioso, infatti, che credeva falsamente di essere destinato ad andare in paradiso a bordo di un UFO. Ma c’è di più, l’organizzazione del “viaggio” era scrupolosa e curata nei minimi dettagli. L’agenzia di stampa Associated Press ha raccontato come fosse stata anche stipulata  una polizza assicurativa per “rapimento alieno” che avrebbe risarcito i membri della setta con 1 milione di dollari a persona – questo per un massimo di 50 adepti – se la loro morte fosse stata causata dagli alieni.

Per compiere il suicidio collettivo, i 21 uomini e le 18 donne bevvero un cocktail letale di fenobarbital mescolato con salsa di mele e vodka. Il fenobarbital è un farmaco usato dai medici per rallentare l’attività nel cervello e nel sistema nervoso, è generalmente usato per curare le persone che soffrono di convulsioni o come sedativo per agevolare il rilassamento.

Il The Baltimore Sun, per l’occasione, ha intervistato Dick Joslyn, residente in Florida e membro di Heaven’s Gate per 15 anni che ha ricordato così la setta: “Ognuno ha fatto quello che fatto di propria iniziativa, anche se facevamo parte di una setta. Ad ogni step i leader ci davano la possibilità di andare avanti con il nostro percorso o di andarcene”.

Tra le persone che si suicidarono vi era anche Thomas Nichols, fratello dell’attrice televisiva Nichelle Nichols, famosa soprattutto per aver interpretato il tenente Uhura nella serie “Star Trek“. Membro del gruppo da 11 anni, prima di togliersi la vita registrò un video nel quale disse di essere la persona più felice del mondo. E forse lo era veramente, non è semplice infatti comprendere cosa spinga una persona ad uccidersi più o meno coscienziosamente, ma con la consapevolezza di aver raggiunto, finalmente, uno stato di grazia perpetua nella propria vita.

Il Graveface Museum, a Savannah, in Georgia, sta tenendo una mostra su Heaven’s Gate con alcuni video del leader religioso Applewhite mentre parla della setta ufologica, incluso l’ultimo video registrato, quello d’addio, prima di bere il mix mortale.

K. S.

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