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Esteri

Morto in battaglia il pugile ucraino Maksym Kagal: il fenomeno dei nazisti oggi “eroi” riabilitati

Lo sportivo nazista è deceduto mentre combatteva per l’Ucraina a Mariupol, mostrando una preoccupante tendenza alla riabilitazione dell’immagine dei nazisti 

E’ deceduto mentre combatteva per l’Ucraina a Mariupol Maksym Kagal, il 30enne campione mondiale di Kick Boxing.

L’atleta, noto con lo pseudonimo “The Pistol”, era originario di Kremenchug, un’altra città che, come Mariupol, è stata devastata dal conflitto.

Dal Corriere si apprende che Kagal faceva parte delle forze speciali del battaglione Azov, di ispirazione neonazista costituitosi nel 2014 nel contesto delle manovre militari avvenute nel Donbass.

L’atleta, com riportato dal Kyiv Independent, sarebbe deceduto lo scorso 26 marzo.

La morte di Maksym Kagal, il giovane nazista ucraino caduto in battaglia a Mariupol

Una notizia, quella della morte di Maksym Kagal, che ha generato già delle reazioni da parte dei compagni di battaglia a lui vicini, e in particolare del suo allenatore.

Dormi tranquillo, fratello, la terra è tua, ti vendicheremo”, ha scritto Oleg Skirt. Il giovane sportivo faceva parte della squadra nazionale, con la quale ha ottenuto il successo mondiale nella sua disciplina.

Kagal non è il primo sportivo ad essere sceso in campo per l’Ucraina, come la stella del basket Sasha Volkov, di 58 anni, legato fin dall’infanzia all’Ucraina nonostante le origini siberiane e che oggi monitora le strade di Kiev.

Anche i tennisti Sergey Stakhovsky e Andrei Medvedev e vari esponenti del mondo della boxe, fra cui Vlodimir Klitschko, oggi sindaco di Kiev da 8 anni.

Desta, ad ogni modo, preoccupazione la recente riabilitazione dell’immagine dei neonazisti nel conflitto ucraino, soprattutto a seguito dell’intervento da parte del battaglione Azov.

Quest’ultimo, va specificato, non ama essere definito neonazista sebbene gli intenti programmatici al momento della sua creazione fossero quelli. In alcune recenti dichiarazioni i combattenti hanno dichiarato che è Putin a definirli come neonazisti per montare una propaganda contro l’Ucraina.

La questione, ad ogni modo, è quanto mai contraddittoria, e terreno di differenti interpretazioni da ambo le parti coinvolte.

Martina De Marco

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