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Uomo della provvidenza per alcuni, incubo per altri: riconoscete il protagonista assoluto del 5 maggio?

Sono passati 20 anni da quel 5 maggio che rimarrà per sempre nella storia del calcio italiano: riconoscete il protagonista di quel giorno?

Quella di oggi è una data speciale per gli appassionati di calcio ed in particolare per chi tifa per l’Inter. Probabilmente non tutti – e sicuramente non chi ha cominciato a seguire il calcio da poco – ricordano che il 5 maggio del 2002 si è consumata una tragedia sportiva che i tifosi della seconda squadra di Milano (per data di fondazione) ricordano ancora oggi e probabilmente ricorderranno per sempre.

I nerazzurri venivano da 13 anni di astinenza – l’ultimo scudetto lo avevano vinto nel 1988/1989 – ma in quella stagione partivano come assoluti favoriti alla vittoria finale. La Roma doveva difendere il titolo ed era l’avversaria più accreditata, mentre la Juventus agiva da terzo incomodo dopo tre anni dall’ultima affermazione. Era un campionato equilibrato, in cui anche la Lazio (campione d’Italia nel 1999-2000) aveva una squadra sulla carta competitiva, ed in cui il Milan stava rifondando la squadra per tornare al vertice.

Alla lunga Milan e Lazio si sono staccate, con i biancocelesti che si sono fatti superare in classifica persino dal sorprendente Chievo di Del Neri. In testa al campionato sono rimaste fino all’ultima giornata Inter, Roma e Juventus. I nerazzurri si sono presentati all’ultima di tornata con un punto di vantaggio sulla Juventus e due sulla Roma. Bastava una vittoria sul campo della derelitta Lazio, in un Olimpico favorevole alla vittoria dei nerazzurri per timore che i cugini romanisti vincessero il secondo scudetto consecutivo.

Poborsky, eroe a sorpresa del 5 maggio

Tutto sembrava apparecchiato per il ritorno alla vittoria dell’Inter, ma quel giorno è accaduto l’impensabile. Nel primo tempo i nerazzurri sono andati in vantaggio due volte, con Vieri prima e con Di Biagio poi, ma la Lazio ha raggiunto il pareggio con una doppietta di Karel Poborsky, centrocampista ceco giunto come potenziale campione ma rivelatosi inadatto al calcio italiano ed incapace fino a quella partita di incidere nella stagione dei biancocelesti.

Nella ripresa l’Inter non è scesa in campo e la Lazio, aiutata anche dagli errori di Gresko (cui è dedicato il video che vi proponiamo di seguito), ha vinto con i gol di Simeone e Simone Inzaghi. Le lacrime di Ronaldo (trasferitosi in estate al Real Madrid) in panchina dopo il fischio finale sono diventate l’emblema di quella enorme delusione, ad oggi una delle più grandi patite dalla tifoseria interista. A gioire della partita dell’orgoglio di Poborsky fu la Juventus, laureatasi campione d’Italia grazie alla vittoria per 2-0 contro l’Udinese.

Che fine ha fatto il calciatore simbolo del 5 maggio interista?

Dopo quella deludente stagione, Karel Poborsky – eroe del 5 maggio per la Juventus e gli avversari dell’Inter in generale – è tornato in patria allo Sparta Praga, squadra in cui è tornato a giocare ai suoi livelli. Il centrocampista ceco ha concluso poi la carriera nella stagione 2006 – 2007 con la maglia della Dynamo České Budějovice.

Dopo il ritiro la Federazione calcistica ceca gli ha offerto il ruolo di commissario tecnico della Nazionale e qualche anno più tardi è diventato il presidente della Dynamo České Budějovice, squadra in cui è cresciuto calcisticamente e nella quale ha concluso la carriera da calciatore. Nel 2019 la Uefa lo ha scelto come ambasciatore dell’Europeo 2020. Tutt’oggi ricopre ruoli dirigenziali all’interno del mondo del calcio.

Nel 2016 l’ex calciatore ha rischiato di morire a causa di un’infezione al cervello causata probabilmente da una zecca che gli era rimasta impigliata nella barba. Successivamente infatti si è scoperto che aveva contratto la Malattia di Lyme, un’infezione batterica che se trascurata può causare paralisi e persino la morte. Nell’estate di quell’anno è stato ricoverato in fin di vita all’ospedale ed è rimasto in quarantena per tre settimane senza che nessuno potesse dire con certezza se si sarebbe salvato o meno.

F.S.

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