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Scandalo per l’opuscolo del Comune contro gli stupri: “Evitare sorrisi e…”

Friuli Venezia Giulia sottosopra per un opuscolo dal dubbio gusto e utilità. I consigli antistupro, infatti, mortificano le potenziali vittime e c’è chi lo ha trovato non solo fuori luogo, ma anche inaccettabile.

La piaga delle violenze sessuali in Italia è un tema fin troppo serio, vasto e diffuso per esser preso sottogamba. E non per una questione di esagerata pignoleria o buonismo a buon mercato, ma per l’assenza di una cultura adeguata che sappia rispettare le donne e il loro corpo in qualsiasi circostanza, senza cercare scusanti o giustificazioni nel carnefice.

I consigli non richiesti per non essere vittime di violenza sessuale (Periodicoitaliano.it)

Una donna, che sia in tuta o con una minigonna, da sola o in compagnia, non se la cerca in nessuna circostanza. Eppure, si è radicata ormai una sotto di subcultura dominante che implica nella prevenzione da parte della vittima l’unica alternativa possibile per scongiurare il peggio. Così, in Friuli Venezia Giulia una sorta di vadecum antistupro ha indignato per i consigli non graditi né richiesti.

Anche perché, si scarica tutta la responsabilità in questo modo sulla vittima, autorizzando così il carnefice ad agire, nel caso in cui l’opuscolo non sia stato rispettato alla perfezione. Insomma, non proprio il massimo, soprattutto poi se questo vademecum è stato pensato proprio per le nuove generazioni.

Il Comune di Cividale del Friuli, in provincia di Udine, infatti ha deciso di distribuire in tutte le scuole un volantino che ha lasciato davvero attoniti la maggior parte degli studenti. Nello specifico gli alunni contestano i divieti imposti alle donne per non provocare lo stupratore di turno.

Non sorridere, non parlare, non guardare: la nuova frontiera antistupro sotto il segno del divieto (per la vittima)

L’opuscolo incriminato “Prevenire le aggressioni, combattere la violenza“, edito dal comune di Cividale del Friuli e Regione Fvg, è un’iniziativa, però, appoggiata e sostenuta in toto dal sindaco Daniela Bernardi (Lega). “Sono contenta che l’opuscolo, redatto da psicologi, che realizziamo già da tre anni, sia stato finalmente letto dagli studenti delle nostre scuole con spirito critico”, ha dichiarato la prima cittadina ai media. Ma cosa ha destato tutte queste polemiche?

In particolare, alcuni punti del vademecum vietavano: “Sorrisi ironici o provocatori a sconosciuti”, “gioielli o oggetti di valore”, “abiti troppo eleganti o vistosi”. Ma non solo. Viene anche espressamente vietato di “guardare insistentemente e non fare commenti indirizzati all’altrui ragazzo/a”. Insomma, una ragazza non può fare liberamente tutto ciò che vuole per non importunare nessuno. Motivo per cui in particolare al convitto nazionale Paolo Diacono gli studenti hanno protestato, appendendo sui muri cartelli di condanna e organizzando assemblee.

“Protestiamo perché riteniamo inaccettabili le frasi contenute in questo opuscolo. Ma contestiamo anche l’opportunità stessa di un volantino rivolto alle potenziali vittime, quando è noto che la prevenzione delle violenze di genere deve partire innanzitutto dagli aggressori”, ha spiegato sempre ai media locali Beatrice Bertossi, coordinatrice del Movimento studentesco per il futuro.

Tuttavia, malgrado le rimostranze, il sindaco continua ad avere le idee molto chiare rispetto all’opuscolo. “Il fatto che gli studenti considerino i consigli dati anacronistici testimonia che vivono situazioni normali e senza particolari disagi”, ha commentato Daniela Bernardi. Non per questo però tutta l’amministrazione nega un incontro “per confrontarsi con gli studenti e le scuole per capire quali siano le loro effettive esigenze e rimodellare i contenuti di un opuscolo che voleva essere un momento di riflessione”.

Ma anche Debora Serracchiani, la capogruppo PD alla Camera, si è scagliata duramente contro l’opuscolo. “Sempre là si ricasca: se ti stuprano vuol dire che te la sei cercata, provocavi”, ha commentato. “Sembra la ripetizione di una mentalità maschilista in via di estinzione, e purtroppo è la tesi accreditata e diffusa dal comune di Cividale, guidato dal centrodestra”.

Articolo di Karola Sicali

Michele

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