Guede dall’omicidio Kercher all’affidamento ai servizi sociali: “Una risorsa della nostra comunità”

Condannato come unico responsabile dell’omicidio di Meredith Kercher a 16 anni di carcere (con fine pena prevista per marzo 2022) Rudy Hermann Guede è adesso definitivamente fuori dal carcere, avendo ottenuto l’affidamento ai servizi sociali.

Da qualche tempo usufruiva di un permesso speciale legato alla prevenzione dei contagi Covid in carcere e per questo motivo dormiva fuori dal carcere ma in precedenza – l’anno scorso, per la precisione – aveva visto la propria richiesta di affidamento ai servizi sociali rigettata dal Tribunale di Sorveglianza (per lui solo regime di semilibertà con orari stringenti diurni per uscire e lavorare e la notte di nuovo in cella).

L’avvocato del cittadino ivoriano, Fabrizio Bllarini, ha così spiegato – come riportato dal Messaggero: “Continuerà a studiare e a fare volontariato alla Caritas di Viterbo e non rientrerà in cella”.

Ballarini ha quindi aggiunto: Siamo molto soddisfatti e voglio sottolineare che questo risultato è merito soprattutto della volontà e dell’intelligenza del detenuto, che non ha mai perso tempo ma lo ha messo a frutto” (a breve vedremo come).

Adesso alloggerà in un appartamento che gli è stato messo a disposizione in centro a Viterbo, pur dovendo seguire alcune prescrizioni.

Durante la detenzione presso il carcere Mammagialla di Viterbo (dove è stato trasferito nel 2010) Guede si è distinto per il comportamento esemplare, ottenendo frattanto una laurea in scienze storiche che gli ha consentito di intraprendere tirocini didattici col Centro studi criminologici di Viterbo (dove si occupa della catalogazione dei testi della biblioteca).

Claudio Mariani del Csc di Viterbo e impegnato con il Gavac (Gruppo assistenza volontari e animatori carcerari) ha dal canto suo spiegato:: “L’istanza di affidamento ai servizi sociali è stata concessa dal Tribunale di sorveglianza di Roma in considerazione del documentabile percorso didattico e umano che Rudy ha seguito durante i 13 anni di detenzione. Oggi non stiamo più parlando della solita storia del detenuto modello che si è laureato. Ormai parliamo di un ragazzo che durante i mesi del lockdown è stato, e tutt’ oggi è, al servizio dei più fragili della città come volontario della Caritas, diventando una risorsa della nostra comunità“.

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