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Il vaccino per il coronavirus potrebbe “proteggere” per soli 3 mesi. L’allarme degli scienziati inglesi

Secondo gli scienziati, il vaccino contro il coronavirus può fornire alle persone l’immunità solo per 90 giorni.

La ricerca condotta da alcuni consulenti scientifici del governo britannico suggerisce che l’immunità vaccinale non è ancora chiara. In un documento pubblicato dal New and Emerging Respiratory Virus Threats Advisory Group, gli esperti affermano che “la durata dell’immunità naturale o indotta dal vaccino non è ancora del tutto compresa”.

Lo studio arriva dopo che le autorità di regolamentazione britanniche hanno approvato il vaccino Pfizer / BioNtech la scorsa settimana.

“Sulla base della variabilità dei dati e delle risposte differenziali nella popolazione, stimiamo prudentemente che una risposta immunitaria protettiva dopo l’infezione o la vaccinazione da SARS-CoV-2 possa durare per 90 giorni”, le parole degli scienziati riportate anche dal Mirror e dal Daily Star Online.

La loro stima si basa sul fatto che altri coronavirus tendono a reinfettare l’essere umano dopo uno o due anni. Le reinfezioni da coronavirus stagionali si verificano frequentemente dopo 12 mesi, talvolta anche dopo sei mesi, “ma non entro tre mesi”, riferiscono gli scienziati.

“Gli anticorpi rintracciabili nel 90% delle persone infettate dal virus”

“Sulla base di queste informazioni, concludiamo che entro un mese dall’infezione naturale, un’elevata percentuale di persone svilupperà un’immunità protettiva contro le malattie causate dalla reinfezione (confidenza alta). Questa protezione – aggiungono – dovrebbe persistere per almeno tre mesi (confidenza moderata). Il livello di protezione contro la reinfezione subclinica (al contrario della malattia) è incerto”.

Gli esperti hanno poi aggiunto che una piccola percentuale di persone potrebbe non sviluppare l’immunità a seguito di un’infezione naturale o di una vaccinazione, ma il numero sarebbe davvero minimo rispetto alla maggioranza che invece ottiene l’immunità.

Il documento rivela anche che gli anticorpi contro il coronavirus possono essere rilevati in almeno il 90% delle persone che sono state infettate dal virus e questa cifra si avvicina al 100% con i nuovi test.

 

Roberto Naccarella

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