Qatar 2022, il mondiale della corruzione nell’inchiesta di ‘Domani’

A due anni dal via sono tantissimi i sospetti di corruzione e le intricate vicende politiche che aleggiano sulla più grande manifestazione calcistica del mondo. Qatar 2022 è definito da Pippo Russo ‘Il mondiale più nero’, il giornalista ha condotto un’accurata indagine per la testata ‘Domani’.

Innanzitutto si parla dello stratega di Qatar 2022 Mohammed Bin Hammam, imprenditore petrolifero ed ex dirigente sportivo che nei suoi giorni di gloria è stato il pezzo da novanta del calcio asiatico. Presidente della federcalcio qatariota nel 1992, membro del Comitato Esecutivo Fifa soltanto quattro anni dopo e Presidente dell’Asian Confederation Football (AFC) dal 2002, è considerato il grande elettore che portò Joseph Blatter a trionfare alle elezioni presidenziali Fifa del 1998.

Nel 2010 riesce a fare il colpaccio, il comitato esecutivo Fifa approva la candidatura del Qatar per i mondiali 2022. Sulla cresta dell’onda si candida alla presidenza Fifa in occasione del sessantunesimo Congresso celebrato a Zurigo. Ma a 3 giorni dal voto Bin Hammam si ritira, stava per arrivare una tempesta. Il Fifa Ethics Committee commina a lui e a Jack Warner, presidente della confederazione nord e centroamericana del calcio (Concacaf), un provvedimento di sospensione cautelativa.

Si rese noto che un paio di settimane prima, durante un meeting dell’associazione delle federazioni calcistiche dei Caraibi (CFU), tenuto alle Bahamas e interamente spesato da Bin Hammam, sia stato effettuato un evidente tentativo di corruzione. Si parlò di grandi buste marroni contenti 40 mila dollari ciascuna e fatte trovare nelle camere d’albergo di ciascun presidente federale.

Questo scandalo sancì la fine della carriera sportiva di Mohammed Bin Mammam, a luglio 2011 l’Ethics Committee ne decretò la radiazione dal mondo del calcio, giudizio ribadito poi dalla Commissione d’Appello della stessa Fifa. Ma il dirigente qatariota è solo un pezzo del mosaico di corruzione attorno al mondiale asiatico. Nel maggio 2014 il ‘Sunday times’ annuncia di aver visionato documenti che dimostrerebbero il pagamento di una tangente da 5 milioni di dollari per favorire l’assegnazione dei mondiali 2022 al Qatar.

C’è poi l’interrogativo su un pranzo avvenuto all’Eliseo nel novembre 2010. Tra i commensali, ospiti dell’allora Presidente francese Nicolas Sarkozy, figuravano Tamim Bin Hamad Al Thani, divenuto tre anni dopo Emiro del Qatar e Michelle Platini, Presidente Uefa in carica. Di cosa si parlò durante quel pranzo? Secondo quanto ricostruito da ‘Le Monde’, nove giorni prima che la Fifa assegni il mondiale 2022 al Qatar, intorno alla tavola dell’Eliseo si discusse di affari d’alto livello: l’acquisizione del Paris Saint Germain (PSG) da parte del fondo sovrano Qatar Sports Investments (QSI), la creazione di un nuovo canale sportivo tematico (che sarà BeIN) e forse qualcosa d’altro. Anche il voto di Platini in occasione del Comitato Esecutivo Fifa in agenda nove giorni dopo? È ciò che si domanda Pippo Russo e quello che gli inquirenti sospettano.

Quel che sappiamo per certo è che a giugno 2019 Platini venne messo in stato di fermo con l’accusa di presunta corruzione circa l’assegnazione dei mondiali al Qatar. La vicenda ruota attorno ad uno strano pagamento di 2 milioni di franchi svizzeri, corrisposti all’ex Roi da parte della Fifa. Il compenso sarebbe per delle consulenze avvenute tra il 1999 ed il 2003, ma risultano pagate dalla Fifa di Blatter a febbraio 2011, due mesi dopo l’assegnazione dei mondiali al Qatar.

Ultima spinosa questione le condizioni dei lavoratori per il circo mondiale e l’altissimo numero degli operai stranieri morti nei cantieri. Nel 2019 se ne contavano 34 e ad oggi non si hanno più notizie in merito.

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