Zona Bianca, cos’è e come funzionerebbe la nuova zona di rischio pensata dal Governo?

Il governo sta pensando a come modificare il sistema a zone pensato per gestire la pandemia: scopriamo cos’è e come funziona la zona bianca.

Il governo sta lavorando intensamente in queste ore per strutturare e approvare il decreto ponte del Ministro della Salute in vista del prossimo weekend. L’ultimo Dpcm, infatti, è valido sino al 6 gennaio ed è necessario che il governo approvi un nuovo decreto legge per gestire l’emergenza a partire dal giorno successivo. Secondo quanto emerso ieri, questo decreto avrebbe validità sino al 15 gennaio e sarebbe affiancato in seguito da un secondo Dpcm utile a organizzare la gestione dell’emergenza sanitaria dopo la metà del mese.

Sono due gli accorgimenti che Speranza vorrebbe introdurre: la zona rossa in tutta Italia nel weekend e l’abbassamento della soglia per iscrivere una Regione nella zona arancione o in quella rossa. E’ stato chiarito, inoltre, che non verranno modificati i parametri per stabilire la criticità dell’andamento epidemiologico sul territorio regionale, ma semplicemente abbassato l’indice Rt per includere queste nelle fasce a maggior rischio.

Zona Bianca cos’è e come funziona

Questa mattina è emersa anche la possibilità di istituire un’altra fascia di rischio. Il Ministro della Cultura Franceschini, infatti, ha proposto che venga inserita una zona bianca (o verde) per quelle Regioni, Provincie o zone in cui la circolazione del virus è minima. La proposta ha ricevuto l’avallo del ministro della Giustizia Bonafede ed in queste ore verrà sottoposta al governo e al Comitato Tecnico scientifico. Se le regioni rispettassero i parametri indicati, sarebbe possibile far ripartire le attività culturali nei teatri, musei e cinema. Ma sarebbe dato il via libera anche alla riapertura di piscine, palestre e del calcio (e lo sport in generale) dilettantistico.

Quali sarebbero dunque i parametri per rientrare nella zona bianca? Tendenzialmente dovrebbero essere due: l’Indice Rt e l’incidenza ogni 100mila abitanti. Per quanto riguarda il primo parametro, questo non dovrebbe essere superiore a 0,50, valore a cui per il momento si avvicina solo l’Abruzzo (0,65).

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