“Come nuotare con due pesi alle caviglie”: Fiorello e le difficoltà di Sanremo 2021. E per il 2022…

Sanremo 2021 è agli sgoccioli: stasera la serata finale decreterà la canzone regina del 71esimo Festival della canzone italiana e concluderà l’esperienza bis di Amadeus alla conduzione, con il preziosissimo Fiorello al suo fianco.

Anche per il comico siciliano, non si è trattato di un’esperienza semplice, non solo per l’inaspettato calo di ascolti, ma anche per la generale atmosfera di disillusione causata dalla situazione del covid.

Ne ha parlato con Renato Franco del Corriere e sono diversi gli spunti interessanti, che vi proponiamo di seguito.

Sanremo: una delle sfide più difficili per Fiorello

Dopo un Sanremo in queste condizioni penso di poter fare qualunque cosa“, ha afferma Fiorello, aggiungendo – a rafforzare il concetto che s’è trattato di una esperienza complicata:

“Questo Festival è come nuotare nell’acqua dolce con due pesi alle caviglie, mentre normalmente qualunque spettacolo è come nuotare nel mare, con l’acqua salata che ti sostiene e con le pinne che fanno andare veloce”.

Fiorello ha quindi aggiunto che per lui la conduzione del Festival è stata proprio una delle sfide più difficili della sua carriera, considerando il contesto generale (e in tal senso è tornato sul concetto già espresso in conferenza stampa dopo la prima serata): “È una situazione generale, che tocca anche a noi che facciamo questo mestiere. Uno cerca di andare sul palco per sorridere e far sorridere, ma anche io ho le mie angosce quotidiane. Penso a mia figlia, a tutti gli adolescenti, e soffro per loro che nell’età più bella si vedono negate tante cose”.

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Eppure, Fiorello non rimpiange di aver accettato di condurre il Festival di Sanremo assieme all’amico fraterno Amadeus: “Non appena metti il piede sul palcoscenico subentra la magia per cui in quel momento sei lì per fare quella determinata cosa. In quegli istanti io sono felice, allegro. Poi esco e vado in camerino, prendo il cellulare, chiamo casa, un saluto alla mamma, chiedo se è andata bene, ho le mie insicurezze…”.

E proprio sull’amico Amadeus: “Sono egocentrico, mi piace stare da solo. La mia spalla può essere solo il mio amico Amadeus, non potrei avere di fianco un altro comico, se no diventa una gara. Sono fatto così, lavoro sempre da solo. Questo Festival si poteva fare unicamente in questo modo, con due amici in conduzione”.

Quindi, nuovamente, una battuta sulla difficoltà di lavorare durante la pandemia: “Per uno che fa spettacolo come me i primi due minuti sono stati terrorizzanti. Ho scelto di uscire cantando proprio per evitare di affrontare subito la platea vuota, ma il finale me lo ricorderò per sempre: il silenzio, solo quell’applausetto registrato, pure basso e poco intenso”.

E tra una battuta e l’altra (con tanto di parere – con frecciata – su Matteo Renzi: “Lui è più showman di me, tra i politici è il più showman di tutti, fa solo il 2%, ma nel suo campo è già tanto”) un altro pensiero all’attualità e alla necessità di vaccinarsi:

“Mi atterrò alle regole nazionali anticovid, starò a casa se devo rimanerci, uscirò se posso farlo. Spero di potermi vaccinare molto presto, non so quando sarà il turno dei 61enni ma credo che siamo terzi in classifica. Tra un po’ scatta il momento della mia generazione, non vedo l’ora“.

Un Sanremo ter? “A 70 anni ne riparliamo”

E alla domanda se potrebbe tornare all’Ariston per un Amadeus ter (o magari come ospite, in assoluto, dopo l’ospitata nell’edizione con Baglioni alla direzione artistica), magari l’anno prossimo con la situazione covid che dovrebbe essere decisamente migliore.

“Nella mia carriera ho sempre fatto passare qualche anno tra uno spettacolo e l’altro, tra un programma e l’altro. Con Sanremo invece ho già dato parecchio, negli ultimi quattro anni sono stato qui 3 volte, una con Baglioni e due con Amadeus. Se avrò la fortuna di arrivare a 70 anni ne riparliamo, ma in realtà so che non verrò perché a quell’età sarò già in pensione”.

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