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Interni

Covid-19, le terapie domiciliari sbagliate aumentano i ricoveri. Gli esperti lanciano l’allarme

La saturazione dei pronto soccorso e dei reparti Covid negli ospedali è dovuta anche alle terapie domiciliari sbagliate. 

Concordano su questo aspetto alcuni degli esperti che abbiamo imparato a conoscere in questi mesi, ovvero Roberto Burioni, Alberto Zangrillo e Matteo Bassetti. I soggetti che hanno contratto il Covid-19 non devono ricevere determinati farmaci nei primi giorni del contagio, altrimenti non solo non si va a risolvere il problema ma piuttosto lo si peggiora, come riporta “Il Giornale”.

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Per Alberto Zangrillo, primario di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale San Raffaele di Milano, molti medici di base prescrivono il cortisone alla prima linea di febbre, ed è una scelta assolutamente sbagliata. La stessa opinione viene espressa dal virologo Roberto Burioni, che sottolinea come nelle fasi iniziali della malattia il cortisone sia “controindicato”.

“Il cortisone non va iniziato nei primi 7 giorni dalla comparsa dei sintomi”

Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive dell’ ospedale San Martino di Genova, chiarisce ancora meglio questo aspetto, evidenziando come l’abuso di farmaci quando non è necessario rischia di creare un “danno importante” che va a rendere le cose molto più difficili per chi lavora in ospedale.

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D’accordo con i tre esperti anche il primario di Infettivologia dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna, Pierluigi Viale: “Nei pronto soccorso bolognesi – precisa Viale – stanno arrivando pazienti, anche giovani, con Covid-19 severo che hanno quale unico fattore di rischio il fatto di avere iniziato terapia con cortisone prematuramente”.

Viale sottolinea che se il farmaco viene iniziato entro 7 giorni dall’esordio dei sintomi non porta benefici, ma al contrario “favorisce la replicazione virale e quindi l’infezione e le sue conseguenze”.

Roberto Naccarella

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