Lutto nel mondo della cultura: il covid uccide Giuseppe Gastel, tra i fotografi di moda più famosi al mondo

Nel giorno in cui se n’è andato Raoul Casadei, un altro esponete della cultura tricolore se ne va.

Un esponete della cultura “alta”, a differenza di Raoul Casadei che è considerabile a tutti gli effetti un emblema della cultura popolare, a testimonianza del fatto che questo maledetto virus colpisce senza guardare in faccia a nessuno.

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Ad andarsene, nel pomeriggio di oggi 13 marzo 2021, il fotografo Giovanni Gastel, 65 anni (ne avrebbe compiuti 66 il prossimo 27 dicembre).

Gastel era stato ricoverato in gravissime condizioni a Milano all’Ospedale Fiera di Milano a causa dell’aggravarsi delle condizione di salute dopo essere stato colpito dal Covid.

Gastel era nipote diretto dello storico regista Luchino Visconti: figlio di Giuseppe Gastel e Ida Visconti di Modrone, era nato a Milano il 27 dicembre 1955, ultimo di 7 figli.

Dopo aver iniziato la propria carriera alla fine degli anni ’70, inizia a collaborare con la prestigiosa casa d’aste britannica Christie’s tra il 1975 e il 1976, ottenendo la ribalta con una natura morta pubblicata sulla rivista Annabella: sono gli inizi degli anni ’80 ed è il momento del lancio definitivo tra i grandi della fotografia.

Inizia a collaborare con brand rappresentanti l’eccellenza della moda Made in Italy (da Versace a Missoni, da Trussardi a Krizia, da Ferragamo a Tod’s) prima di approdare oltralpe ed iniziare a collaborare in Francia con Dior, Nina Ricci e Guerlain – diventando di fatto il Fotografo di moda per eccellenza, collaborando con le principali riviste di settore come Vogue, Elle e Vanity Fair.

Fuori dal mondo della modo, da ricordare come abbia immortalato – nel corso della lunga carriera – personaggi della politica, dello sport e dello spettacolo come Barack Obama, Diego Armando Maradona, Gianna Nannini, Johnny Depp e Roberto Bolle.

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Nel giorno ella triste notizie della sua morte, vogliamo ricordarlo con una frase legata alla sua fede religiosa – pronunciata durante una intervista del 2015 a ‘La Stampa’:

“Frequento la chiesa e vado a messa, ma non ho quella bella fede incrollabile che vorrei; sono altalenante. L’intellighenzia, fra cui ho tanti amici, considera una ingenuità l’essere religiosi, dimenticando montagne di pensiero cristiano cattolico…”.

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