Guai per Dodi Battaglia, il cantante a processo con l’accusa di furto: “Io calunniato”

Non è un anno fortunato per Dodi Battaglia che, dopo aver pianto la morte del suo collega e amico Stefano d’Orazio, ha dovuto affrontare a Rimini un processo nel quale era direttamente coinvolto.

Le accuse? Il furto di quadri d’autore dall’abitazione della zia defunta. A puntare il dito contro l’artista sarebbero stati la badante di origini ucraine della defunta assieme ad un amico di quest’ultima. Battaglia si è dovuto difendere con le unghie e con i denti dalle accuse mosse nei suoi confronti, chiarendo in più sedi, sia giudiziarie che non, di non essere più entrato nell’abitazione della zia a Misano a seguito della sua morte:“Figurarsi”, dice lui “se mi sarei mai permesso di portarle via i quadri che aveva in casa. Si tratta di accuse false, quel giorno non ero in Romagna, anche se adesso dopo questi anni non ricordo se mi trovassi a Milano o magari in tournèe”.

Fatto sta che Dodi si ritrova costretto ad affrontare un processo per calunnia, non capacitandosi, a detta sua, di tanto astio nei suoi confronti. Difeso dall’avvocato Antonio De Rensis, il cantante si è costituito parte civile contro gli imputati.

L’avvocato Antonio De Rensis, che assiste anche la mamma di Pantani, si è costituito parte civile contro gli imputati.

I precedenti fra Dodi e la badante della zia

In realtà, però, l’astio fra Dodi e la badante della defunta zia si sarebbe originato in occasione di un altro contenzioso, quello dell’eredità. A seguito della morte della donna si sarebbe originato il giallo di un doppio testamento che vedrebbe badante e cantante beneficiari “esclusivi” di tutto ciò che ha lasciato la defunta.

Secondo Dodi Battaglia la data del secondo testamento non risulterebbe originale ma ritoccata. L’ultimo testamento, sottoscritto davanti a un notaio, renderebbe la badante unica erede.

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