Giornata internazionale dei Rom e Sinti: cenni storici, tipologie e numeri oggi delle comunità camminanti

Dal 1971 ogni 8 Aprile si celebra la giornata internazionale dei Rom, giornata proposta e protetta dall’ONU e da allora nelle agende politiche internazionali è d’obbligo un discorso lungimirante sulla loro integrazione nel tessuto sociale.

Spesso discriminati e vessati, la specificità culturale dei Rom è sconosciuta ai più. Per sostituire un giudizio al pregiudizio, e per poterli apprezzare e rispettare ecco qualche cenno sulla loro storia e la loro identità.

Cenni storici

La loro storia prende avvio dall’India fino a giungere in Europa con il loro bagaglio culturale ben definito, ma spesso frainteso, osteggiato e perseguitato, tranne poche parentesi romantiche, che appartengono tuttavia al mondo letterario.

Stanziati principalmente in Romania e nei paesi dell’Est Europa, i Rom sono stati resi schiavi, come durante il regno della dinastia asburgica, durante il quale sono stati costretti ad abbandonare i loro costumi per essere ‘ri-educati’ ai valori occidentali, e sono stati sistematicamente perseguitati e uccisi in massa, anche dai governi d’ispirazione fascista e dalla Russia comunista. Si stima che solo in Italia, durante la dittatura di Mussolini, 500mila Rom furono uccisi barbaramente.

I Rom in Europa oggi

Il termine Rom è improprio perché generico. Benché l’etnia sia pressoché unica, oggi il gruppo si individua a seconda della zona in cui risiede, ma che si dica Rom, o Sinti o Manush, tutti i termini riconducono al significato di ‘uomo’, ‘umano’.

I numeri forniti dalla Commissione Europea sono imprecisi, perché molti Rom rifiutano il censimento per timore delle discriminazioni. Si stima che in Europa abitino intorno ai 15 milioni di persone appartenenti all’etnia Rom.

Alcuni adottano la religione del Paese di residenza e anche loro sembra mettano la famiglia come nucleo centrale della loro comunità sociale. Pur non avendo Stato, i Rom possiedono una loro bandiera, riconosciuta in molti Stati e ufficializzata dal Congresso del 1971.

I Rom in Italia

Ormai sono un popolo stazionario e anche in Italia c’è una nutrita comunità Rom. Loro non sono riconosciuti come minoranza linguistica, benché il Romanì sia una lingua complessa con numerosi dialetti, ma tutti parlano correttamente e quotidianamente l’italiano.

Lo stigma sociale che li accompagna, non agevolato soprattutto da iniziative politiche propagandistiche, rende difficile il loro inserimento nel tessuto sociale e la fruizione di servizi economici e abitativi.

Spesso vivono in baraccopoli che si definisco ‘formali’ o ‘informali’ ma che presentano lo stesso grado di sovraffollamento, d’inadeguatezza delle abitazioni, di scarse condizioni igieniche.

I Rom sono principalmente stanziati in Lazio, Campania, Lombardia e Calabria e divisi in 11 gruppi: Camminanti, Carner, Sufi, Kaulja, Rom Khorakhana e Kanjarja,  Rom Rudari, Rom Lovari e Kalderasa, Sinti e Rom del meridione. A seconda delle possibilità del territorio e Rom si reinventano spesso come ambulanti o artisti di strada o circensi.

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