Incursione di bracconieri finisce in tragedia: uomo calpestato a morte dagli elefanti

Incidente al parco nazionale Kruger, in Sud Africa: un bracconiere è stato ucciso, calpestato da un branco di elefanti, nel tentativo di scappare dai ranger.

Le guardie nel loro abituale giro di ricognizione si sono imbattuti in tre lestofanti che cercavano di scappare da un branco di elefanti, mutati da vittime a carnefici in un attimo.

Il resoconto ufficiale della vicenda

Isaac Phaahla, portavoce dei parchi nazionali sudafricani, ha diramato oggi le vicende avvenute durante il week end. Tre uomini si sono introdotti illecitamente nel parco nazionale Kruger e si sarebbero avvicinati a un branco di Elefanti, palesemente innervositi dall’intromissione.

Dei tre bracconieri, uno sarebbe riuscito a scappare, uno sarebbe stato catturato e arrestato, mentre il terzo ha subito il destino più tragico: gli elefanti l’avrebbero “pesantemente calpestato”, ferendolo in modo tale da causargli la morte.

Secondo la versione diramata dagli ufficiali del parco, i tre avevano con loro un fucile e un’ascia. Ancora oggi i cacciatori d’avorio rappresentano una piega economica e sociale per la popolazione di elefanti del Sudafrica. Purtroppo il corno degli elefanti è richiesto in Asia orientale come ingrediente per le ricette di medicina tradizionale, poiché viene considerato con qualità terapeutiche e afrodisiache.

La piaga del commercio d’avorio

L’uccisione di elefanti e rinoceronti, benchè sia in flessione da sei anni, è ancora molto praticata in Sudafrica, in particolare nel parco Kruger che ospita tantissimi esemplari.

I numeri che Isaac Phaahla condivide con i media sono tutt’altro che confortanti: pare infatti che le infrazioni dei bracconieri siano circa 40 al giorno e che in un anno si contano circa 400 esemplari uccisi tra rinoceronti ed elefanti.

Ad avere la peggio stavolta è stato l’animale che non era previsto nelle aspettative. L’unica soluzione per salvaguardare e la vita degli elefanti e dei rinoceronti e quella degli uomini è fermare il fenomeno del bracconaggio.

Ne è convinto Gareth Coleman, dirigente del parco nazionale: “Noi siamo orgogliosi del nostro gruppo e della dedizione dei nostri ranger, i nostri aviatori e le unità K9. È un peccato che abbiamo perso una vita non necessaria. Solo attraverso la disciplina, il lavoro di squadra e la tenacia saremmo in grado di stoppare il mercato nero dei corni dei rinoceronti“.

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