Stasera la rete ammiraglia Rai riproporrà la messa in onda di ‘Sotto copertura’, la miniserie che ripercorre le indagini e l’arresto di Antonio Iovine, boss dei Casalesi, oggi in prigione e collaboratore di giustizia.
Tra fiction e una realtà ‘pittoresca’, per usare un eufemismo, Antonio Iovine è sicuro un personaggio che, nel bene e soprattutto nel male, merita di essere conosciuto.
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Antonio Iovine, il Boss pentito
Figura di spicco della camorra, insieme a Michele Zagaria e Francesco Schiavone, ha avuto il quasi monopolio della cronaca di mafia da un ventennio a ora, prima come protagonista di crimini efferati, ora come collaboratore di giustizia.
Nato a Caserta il 20 settembre 1964, Antonio Iovine era senza dubbio un bambino precoce nel suo genere, tanto che il suo soprannome, ‘o Ninno’ simboleggia e celebra l’età del suo primo arresto, avvenuto a soli 14 anni. Una precocità dovuta anche al fatto che è senza dubbio ‘figlio d’arte’: in famiglia tutti sono collusi con la camorra. Suo fratello Carmine ucciso nel 1994, sua sorella arrestata per estorsione, lo zio, Antonio Bardellino, freddato in Portogallo.
Antonio Iovine, latitante dal 1996, è stato nella lista dei 30 mafiosi più pericolosi d’Italia.
Processato anche per intimidazione, nei confronti dello scrittore Roberto Saviano e della giornalista Rosanna Capacchione, è stato assolto per mancanza di prove.
Il processo, atteso in contumacia, quello che i più conoscono come ‘Spartacus’ lo riconosce colpevole per associazione a delinquere di stampo mafioso e omicidio, e lo condanna all’ergastolo al 41/bis. Dopo il processo, avvenuto nel 2008, la cattura tarda di due anni: solo nel 2010 gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Napoli lo trovano in un covo a Casal di Principe, nella quinta traversa di via Cavour, in casa di Marco Borrata, suo alleato.
Dal 2014 è collaboratore di giustizia presso la procura della Repubblica di Napoli, offrendo le testimonianze di numerosi omicidi camorristici, e facendo chiarezza su alcuni rapporti con esponenti politici.