Morto sindacalista investito da un camion: è la goccia che fa traboccare il vaso dopo tante tensioni

Questa mattina a Novara Adil Belakhdim, trentasettenne italiano di origine marocchine, è morto trascinato per una decina di metri da un camion che lo aveva precedentemente investito durante quella che doveva essere una manifestazione pacifica dei lavoratori della logistica, di fronte ai cancelli della Lidl di Briadate in via Guido il Grande. Inutile l’intervento del 118 arrivato sul posto poco dopo l’incidente.

Stando alle prime ricostruzioni, il presidio sindacale di venti persone, promosso per una migliore condizione lavorativa, come il riconoscimento di alcuni livelli contrattuali ai lavoratori, – così come dichiarato stamattina da Attilio Fasulo, segretario generale della Cgil di Novara – negava, infatti, l’accesso al magazzino in cui lavorano all’incirca trecento persone, molte di origine straniera.

Il sindacalista e coordinatore dei Cobas avrebbe avuto un’accesa discussione con l’autista del camion, pronto a tutto pur di passare, anche forzare il blocco travolgendo, così, Belakhdim fino all’altezza del passaggio del passaggio pedonale; in molti da lontano hanno creduto che il giovane operaio stesse attraversando la strada. Chi lo ha investito, non ha nemmeno poi prestato soccorso al trentasettenne padre di due figli, fuggendo invece in direzione dell’autostrada, prima di essere fermato dai carabinieri in un’area di servizio della A4.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso

La tragica morte di Adil segna solo il punto più alto di tensione raggiunto in questa settimana di scioperi e rivendicazioni da parte del settore della logistica. La manifestazione a livello nazionale di oggi era stata indetta dai Cobas a sostegno degli scontri di Tavazzano, Lodi, di sette giorni fa, a seguito dell’aggressione nella notte di quaranta lavoratori, da parte di altri lavoratori, arrivati fin da Piacenza solo per reclamare il proprio posto di lavoro.

Licenziati con la chiusura dell’hub della Fedex-Tnt nel piacentino, da marzo gli operai, anche in questo caso per la maggior parte stranieri, protestano per il trasferimento della struttura proprio a Tavazzano; tuttavia questa notizia è stata sempre smentita dai dirigenti della Zampieri.

Insomma, lavoratori contro lavoratori, gli uni contro gli altri per garantirsi lo stipendio a fine mese, soprattutto in tempi di pandemia. Sempre Fasulo oggi ha sottolineato come a Novara “Ci sono circa trecento operai e c’è una forte presenza di migranti, soprattutto nei reparti più duri. Da tempo Cgil, Cisl e Uil avanzano rivendicazioni sul superamento delle differenze. Abbiamo continuato a porre la questione perché la situazione stava determinando tensione. Abbiamo più volte chiesto all’azienda di non avvelenare i pozzi.”

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