Dostoevskij e la frase sulla tolleranza virale sui social: una classica invenzione da web?

La rete ci bombarda d’informazioni, di breaking news e il tempo della connessione rende improbabile un rallentamento per controllare le fonti. Da un paio di giorni, circola sui social una citazione attribuita a Fëdor Dostoevskij, una citazione che solo un grande autore sembra poter fare, ovvero una di quelle perennemente attuali.

Un problema di fonti alla fonte

La filologia è davvero desueta oggigiorno. Soprattutto quando la lentezza che un lavoro certosino sui testi e sulle fonti contrasta in maniera quasi ossimorica con la velocità a cui viaggia internet e a cui ormai siamo abituati.

citazione

La presunta citazione recita più o meno così, differenze di traduzione a parte: “La tolleranza arriverà ad un tale livello che alle persone intelligenti sarà vietato fare qualsiasi riflessione per non offendere gli imbecilli”.

Il punto è che da un primo confronto con l’opera omnia dell’autore russo, sembra che la frase sia spuria o che la paternità sia proprio di qualcun’altro e che il vero autore l’abbia attribuita al romanziere russo per rendere più autorevole la sua tesi.

L’ondata di censura, spesso acritica, che colpisce prodotti culturali, quello spirito reazionario che si cela dietro la nobiltà del politically correct, in effetti ha reso difficile esprimere un’opinione, finanche a cancellare quelle che sono state già dette e che, nella loro evoluzione, hanno portato al presente.

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Non sarebbe strano che qualche utente del web abbia partorito questo pensiero e che poi l’abbia messo in bocca a Fëdor Dostoevskij, la cui statura intellettuale lo rende sicuramente una cassa di risonanza migliore per trasportare questo genere di messaggio così controverso.

Finché non si passa al setaccio, non una lettura veloce, tutta l’opera dell’autore russo una risposta definitiva dell’arcano non si può avere (potremmo definirla la citazione di Schrödinger, ovvero appartenente e non appartenente a Dostoevskij, finché non ne si determina la paternità), ma quel che è certo è una cosa: mai credere in toto a quello che si legge su internet: la vera informazione, passa soprattutto dalle fonti.

 

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