Muore per 23 minuti e al ritorno racconta l’inferno: quello che ha visto è terrificante

Un uomo che afferma di essere morto per 23 minuti ha rivelato i particolari terrificanti della sua esperienza extracorporea. 

Bill Wiese sostiene infatti di essere finito in quello che definisce “un focolare infernale con un fetore ripugnante”, con alcuni demoni che dilaniavano la sua carne. L’uomo afferma anche di aver sentito “milioni di persone urlare” nelle profondità dell’inferno.

Raccontando la sua esperienza al Daily Star Online, l’uomo ha spiegato di essersi svegliato nel cuore della notte e di essersi alzato dal letto per bere qualcosa. Proprio in quel momento il signor Wiese avrebbe vissuto l’esperienza extracorporea.

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“Diventava sempre più caldo – afferma l’uomo – Sono atterrato su un pavimento di pietra in una prigione infernale, con muri di pietra e sbarre. Era una prigione sporca, puzzolente e piena di fumo”.

bill wiese

All’interno della cella erano presenti due enormi demoni che si lasciavano andare ad una serie di blasfemie.

“Il caldo era insopportabile, mi chiedevo come potevo essere vivo – ha aggiunto – I due demoni hanno diretto verso di me questo odio che avevano verso Dio. Un demone mi ha preso e mi ha gettato contro il muro di questa cella. Mi sentivo come se le ossa si fossero rotte”.

L’uomo ha scritto un libro, ma in tanti non gli credono

Mentre continuava a descrivere la sua bizzarra esperienza, Bill ha spiegato che ad un certo punto la prigione si è illuminata, indicando forse la presenza di Dio. Dopo poco la cella è ripiombata nuovamente nell’oscurità.

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In seguito l’uomo sarebbe stato trasportato vicino a un pozzo di fuoco “molto reale”, dove ha potuto vedere “migliaia di persone che urlavano e bruciavano”, aggiungendo che sembravano scheletri.

Il signor Wiese ha poi descritto il fetore dell’inferno come “un odore disgustoso, putrido e disgustoso”.

Bill alla fine si è svegliato sano e salvo e ha scritto un libro sulla sua terrificante esperienza, 23 Minutes in Hell, diventato rapidamente un bestseller del New York Times nel 2006. Naturalmente persiste molto scetticismo sulla sua storia.

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