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L’Etna e i danni collaterali: il Guardian mette in guardia sui rischi per i comuni

Il vulcano più alto e ancora in attività d’Europa: l’Etna è da tutti ammirata e le sue eruzioni spettacolari hanno suscitato la curiosità internazionale, ma c’è un rovescio della medaglia, così evidente che addirittura il ‘Guardian’, giornale inglese, si sofferma sulla problematica: ripulire le strade dalla cenere, che consegue alle eruzioni, è un salasso.

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Etna: delizia e tormento

Molte volte l’attività vulcanica dell’Etna è stata fotografata e ripresa e le foto del maestoso vulcano, che con borbotti e colate laviche intrattiene gli abitanti di Catania, sono finita anche se autorevoli siti internazionali: l’eruzione parossistica della notte del 16 febbraio per esempio è finita addirittura sul sito della Nasa.

Dopo ogni eruzione spettacolare però c’è anche un’intensa e copiosa ‘pioggia’ di cenere che ricopre tutta la città, dai paesi alle pendici del vulcano, fino alle spiagge cristalline della Sicilia.

Lasciare la cenere sulle strade è impossibile: è pericoloso e per la viabilità dei veicoli e per la tossicità della polvere inalata; ma pulire le strade, e soprattutto le spiagge, è altresì costoso.

Lo stesso ‘Guardian’ riporta come i comuni etnei si siano indebitati nel tentativo di mantenere gli spazi pubblici puliti, rischiando di finire ben presto in bancarotta.

La nera pioggia che tinge di rosso i conti

I costi di ‘gestione’ della cenere vulcanica sono ingenti, perché è considerata rifiuto speciale.

Ecco perché lunedì il governo ha stanziato 5 milioni di euro per aiutare i piccoli comuni a fare fronte alle spese di pulizia e perché sta cercando di varare in tutta fretta una legge che renda la cenere un rifiuto normale e ‘riciclabile’.

Secondo Silvio Grasso, ingegnere e capo della protezione civile di Giarre, “La legge ridurrà notevolmente i costi di smaltimento. La legge prevede, per esempio, che la cenere possa essere utilizzata in agricoltura, per rendere più fertile il terreno, oppure in edilizia, come materiale di cementazione o di riempimento. Certo, il problema persiste anche perché l’Etna non ha ancora finito di eruttare”.

Fino ad adesso la situazione è critica, con molti comuni che stanno affrontando un dissesto finanziario. Dice Alfio Previtera, consigliere comunale di Giarre, uno dei paesi più colpiti dalle ceneri dell’Etna: “Strade, piazze, tetti, balconi, automobili: tutto è ricoperto di cenere. Da marzo sulla nostra cittadina sono cadute circa 25.000 tonnellate di cenere. La gente usa gli ombrelli come protezione”.

E per ogni metro cubo di cenere si paga fino a 20 euro.

Si spera che la legge arrivi prima di un’altra imponente eruzione.

Federica Giunta

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