Muore Jimmy Greaves, leggenda del calcio inglese: una vita tra gol, bizze e problemi con l’alcol

Se n’è andato quest’oggi un pezzo di storia del calcio britannico.

Tra gli eroi del mondiale 1966 (anche se giocò solo le prime tre partite, saltando la fase finale per infortunio), verrà ricordato come miglior marcatore nella storia della First Divison inglese (la Premier League prima di chiamarsi Premier League).

Parliamo di James Greaves, detto Jimmy, classe 1940.

Già colpito da un ictus nel 2015, è morto morto quest’oggi – per l’immenso lutto degli appassionati di calcio inglese e di tutto il mondo del calcio britannico.

Sono decine i post su Twitter per celebrarlo, da quelli del Tottenham che ha annunciato per primo la sua scomparsa a quelli della nazionale inglese, passando per altri grandissimi attaccanti che hanno condiviso (seppur in epoche diverse) la maglia degli Spurs come Lineker e Kane.

Greaves, autore di 357 reti in 516 gare in First Division, ha giocato in Inghilterra solo in compagini londinesi: dagli esordi nel Chelsea, all’esplosione nel Tottenham, fino agli ultimi anni al West Ham.

Jimmy Greaves, il ritiro e l’alcolismo

E a soli 31 anni, nel 1971, Greaves si ritirò – per entrare nel circolo vizioso dell’alcolismo.

Fu lui stesso a raccontare nel 2003 al Guardian: “Ho perso completamente gli anni ’70. Mi sono passati accanto. Sono stato ubriaco dal 1972 al 1977. Mi sono svegliato una mattina e ho capito che era un mondo diverso. Ci ho vissuto dentro, ma non ne ero consapevole”.

Ma già alla fine degli anni ’70 i tabloid britannici conoscevano i problemi con l’alcol dell’ex “golden boy” (problemi d’altra parte comuni ad altri grandissimi del calcio d’Oltremanica: si pensi a Best e Gascoigne) e la copertina che vi proponiamo di seguito lo conferma.

Jimmy Greaves, il ritiro e la parentesi meneghina

Tra la seconda metà del 1961 e il gennaio 1962 Jimmy Greaves visse una controversa esperienza italiana.

Firmò ad aprile per il Milan di Nereo Rocco (che pagò 80.000 sterline il suo cartellino) ed inscenò quella che oggi chiameremmo una “telenovela”: lunghe bizze per firmare (causa salario non adeguato) prima di sbarcare a Milano e scoprire che la città non gli piace poi così tanto, anche perché la giovane ed avvenente moglie (Irene Barden, da cui divorziò nel 1977 e che sposerà nuovamente nel 2017) ha uno stuolo di ammiratori.

In tal senso, vi suggeriamo di leggere un ottimo articolo pubblicato su Mondo Sportivo sulla sua esperienza meneghina.

Sintetizzando, il suo soggiorno in terra tricolore durerà solo 63 giorni ” dall’esordio con il Lanerossi Vicenza il 27 agosto all’ultima apparizione contro la Fiorentina il 29 ottobre”.

Tra una bizza e l’altra, realizzerà 9 reti in 10 presenze.

Firmerà poi per il Tottenham, per la cifra di 99.999 sterline: gli Spurs non volevano gravarlo del peso di essere il primo calciatore ad essere pagato centomila sterline.

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