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Esteri

“Questo è un Paese libero!”: il folle gesto di un uomo in un aeroporto statunitense

Che gli Stati Uniti d’America siano un Paese libero non si discute, ma la concezione di libertà di Frank Towers – questo il nome dell’uomo protagonista di un assurdo fatto accaduto all’aeroporto di Minneapolis – non è propriamente quella comune.

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Infatti venerdì mattina l’uomo di 44 anni è stato tratto in arresto mentre si trovata nell’area check-in dell’aeroporto di Minneapolis. Towers aveva annunciato di stare per uccidere un dipendente dell’aeroporto. Gli agenti hanno intimato all’uomo di fermarsi, ma lui non ha esitato a gridare: “Non posso fermarmi questo è un Paese libero!“.

A quel punto gli agenti della polizia hanno nuovamente intimato l’alt a Frank Towers, lui non ha obbedito all’ordine e si scagliato contro gli agenti, che lo hanno bloccato a terra e preso in custodia prima dell’arrivo dei rinforzi.

Il tutto, secondo quanto poi emerso dallo studio dei filmati di sorveglianza dell’aeroporto di Minneapolis, sarebbe cominciato con Frank Towers che si è scagliato contro gli schermi televisivi dell’area check-in prendendoli a pugni e a testate.

Successivamente Towers si sarebbe denudato e avrebbe cominciato a masturbarsi davanti a tutti. Subito dopo si sarebbe rivestito prima di ricominciare la sua escalation di violenza. A quel punto, infatti, il 44enne si sarebbe avventato contro i dipendenti lanciando loro una sedia, questo prima dell’intervento della polizia.

Frank Towers dovrà rispondere di aggressione di quarto grado e minacce di violenza

Ora Frank Towers deve rispondere di aggressione di quarto grado e minacce di violenza. Nella sua fedina penale sono presenti anche tre casi di aggressioni precedenti.

L’uomo è comparso in tribunale nella giornata di lunedì e rimarrà incarcerato a meno che non venga pagata una cauzione di 30mila dollari. Gli atti del tribunale non elencano la presenza di un avvocato.

Ogni fascicolo legato alle violenze perpetrate da Frank Towers riporta la storia della sua malattia mentale.

Una malattia mentale ben evidente da quanto accaduto presso l’aeroporto di Minneapolis.

Tobias Fior

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