Violenza sulle donne: la Rai ricorda Lea Garofalo, uccisa per la libertà. Chi è stata?

In occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, che si celebra il 25 novembre, Rai Uno ripropone stasera in prima serata Lea, film diretto nel 2015 da Marco Tullio Giordana, eccellente regista impegnato; suoi sono anche, infatti, I cento passi e La meglio gioventù, entrambi capolavori cinematografici di inizio anni duemila.

Ad interpretare Lea Garofalo, la donna che osò sfidare la ‘ndrangheta, una più intima Vanessa Scalera, amata dal grande pubblico per la sua Imma Tataranni – sostituto procuratore, serie tv sempre targata Rai di gran successo. La tragica storia di Lea inizia quando decide di testimoniare sulle faide interne tra la sua famiglia e quella del suo ex compagno Carlo Cosco per dare un futuro diverso, migliore, alla figlia Denise.

Se Lea, infatti, è il frutto di un destino già scritto, in cui la ‘ndrangheta è legata a doppio filo alla sua famiglia, il fratello, Floriano, è il capocosca locale, mentre il compagno Carlo, gestisce per conto della famiglia spaccio e usura a Milano, lo stesso non deve accadere a Denise e questo a costo della stessa vita di Lea, uccisa nel 2009 dall’ex compagno.

La storia di Lea e quella scelta che le costò la vita

Dopo essersi rivolta alla giustizia, Lea viene inserita in un programma di protezione testimoni, cambiando più volte città insieme a Denise, con l’aiuto dell’associazione Libera di Don Ciotti. Ma una volta arrivate a Milano, il 24 novembre 2009 Lea sparisce, Denise non crede nemmeno un solo istante a quello che le ripetono in famiglia: “Ha deciso di partire e ti ha lasciato”, una madre che ha messo in pericolo la propria vita per la figlia, non può sparire da un giorno all’altro così, senza dire nulla. Sarà solo grazie alla testimonianza della ragazza se il padre, insieme ai complici, verrà condannato per l’omicidio e l’occultamento di cadavere della Garofalo. Oggi Denise vive in una località segreta e ha cambiato identità.

In un’intervista rilasciata a La Repubblica, Vanessa Scalera racconta il film e l’emozione che l’ha accompagnata durante le riprese: “Per me è stato un privilegio e una responsabilità interpretare Lea Garofalo, è il film a cui sono più legata. Feci il provino e Marco Tullio mi vide subito nel ruolo, voleva ‘un cavallo pazzo’. Mi spiegò che non era la storia di una vittima, ma di un caduto. Lea è caduta in una guerra di mafia, ha avuto il coraggio di ribellarsi e di non accettare un destino già scritto per lei”.

“Questo è l’aspetto più interessante nella costruzione del personaggio” continua l’attrice pugliese “Lea non è stata mai remissiva. Per questo non è descritta con l’aureola.” Nel 2006 Lea è stata anche estromessa dal programma di protezione, perché l’apporto dato non era stato significativo, insomma la giustizia non la riteneva una collaboratrice attendibile.

“Però la scopri, la vedi in azione e non puoi non ammirarla” – spiega la Scalera – “Ma Lea non è solo la storia di una donna che fa una scelta forte, racconta il percorso di una madre e una figlia, il loro coraggio: hanno saputo ribellarsi all’ambiente in cui vivevano. Questo è di grande ispirazione: se si trova la forza dentro di sé, si può fare tutto. Giordana lo spiega bene. Ha preso tre volti sconosciuti al grande pubblico – me, Linda, Alessio Praticò, Mauro Conte – li ha messi davanti alla macchina alla presa per far rivivere una vicenda terribile e straordinaria”.

“La cosa che mi rende più orgogliosa è che questo film per la tv, andato una volta in onda, ha avuto un percorso nelle scuole grazie a Libera. I cento passi ha avuto un successo enorme, ha fatto crescere il senso civico: spero che guardando Lea tante ragazza grazie al film siano riuscite a alzare la testa“, conclude Vanessa.

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