Caro Battiato: le canzoni più importanti, il rapporto con Sgalambro e il tributo di Pif in onda stasera

“Uh baby, I need your love”.. un canticchiato leggero, una melodia eterea e poi il silenzio. Era il 18 maggio 2021, mentre tutti noi eravamo ancora alla ricerca di un centro di gravità permanente, un timido sole segnava l’anticipo dell’estate, prima che un insolito vento a trenta gradi sotto zero gelasse l’intera giornata soleggiata.

Franco Battiato, all’età di 76 anni, ci lasciava orfani, in un modo brutto e cattivo, ora privo anche del suo disincanto più dissacrante; e la bella stagione non fu poi nemmeno più così tanto bella. E’ morto a Milo, appartato nella sua casa di campagna, raggiunta solo da sgradevoli fan dispiaciuti dal suo ritiro, ma con una malattia degenerativa sarebbe stato difficile fare diversamente, e da un feticista Andrea Scanzi che non perde mai l’occasione di essere al centro della bolla mediatica in situazioni come queste.

Il mondo di Battiato

Chi conosceva il Maestro solo grazie a ‘La Casa di Carta‘- che lo ha omaggiato nella quarta stagione della popolarissima serie tv spagnola- ha avuto modo di scoprire dal 19 maggio un magico ma tagliente universo creato dal demiurgo Battiato: si poteva sperare nel ritorno del cinghiale bianco, mentre zingare del deserto con candelabri in testa danzavano. Oppure, si poteva ancora vedere sventolare sul ponte una bandiera bianca, preferendo l’insalata a Beethoven e Frank Sinatra.

Dire cosa ha rappresentato Franco Battiato significherebbe etichettare e limitare un patrimonio artistico d’avanguardia di immenso valore che con una leggerezza di superficie, ed un’incomprensione profonda, ha regalato a noi comuni mortali canzoni come “Centro di gravità permanente”, “Alexander Platz“, “Voglio vederti danzare”, “Cucurrucucú” e tante altre ancora che nascondono ai più un microcosmo di avventure e viaggi surreali in cui perdersi senza mai ritrovarsi veramente del tutto.

Il motivetto allegro dei brani cela, infatti, un testo a più strati, in cui scovare un significato  e realtà ben più complesse, appiattite dalla narrazione mediatica univoca e conformista che già alla fine degli anni Sessanta iniziava a prender piede anche in Italia. E se il significato alla fine non si trova? Se non si trova l’alba dentro l’imbrunire? Pazienza, resta sempre la musica.

Il rapporto con Sgalambro

Ha fatto discutere negli anni il rapporto professionale e d’amicizia che il Maestro intrecciò col filosofo suo corregionale Manlio Sgalambro, definito da Aldo Busi la personale Yoko Ono di Battiato. Si incontrano del tutto casualmente nel 1993 ed iniziano un vero e proprio sodalizio artistico scandito dai litigi tra i due. Il nichilista Sgalamabro, dalle convizioni pessimistiche Schopenhaueriane, influenzò la scrittura, più elegante e ricercata, e le immagini, più sfuggenti, delle nuove composizioni del cantautore catanese.

L’esempio più lampante resta “La Cura” del 1997, canzone col tempo soggetta a rivisitazioni ben lontane dall’intento originale, mai però del tutto confermato dai due. Dell’evocazione spirituale, della cessazione totale di dolori e malattie, tramite un eterno riposo, del paradosso dell’essere speciale perché lontano dalla realtà e dai suoi tormenti, della protezione del sé contro il mondo, è rimasto solo l’amore, quello più terreno e carnale che accompagna il primo ballo degli sposi nei ricevimenti di tutta Italia.

All’immaginario fantastico del Maestro, Sgalambro aggiunge l’elemento l’onirico, restituendo una versione più evanescente e meno surreale dello stesso Battiato che è mancata a molti dei suoi fan, a cominciare da Massimo Cacciari in un’intervista rilasciata all’Ansa: “Con Sgalambro si sono incontrati perché avevano molti punti in comune, ma non vedo questa grande influenza del filosofo su Battiato che ha sviluppato una prospettiva di ricerca che era già la sua. Era un incontro tra due personalità abbastanza eccezionali in entrambi i campi, quello musicale e quello filosofico. In Battiato si sono accentuati certi echi orientaleggianti, ma il mondo sufi non c’entra nulla con Sgalambro”.

Caro Battiato: l’omaggio stasera in Tv

Su Rai Tre andrà in onda in prima serata “Caro Battiato“, lo speciale realizzato da Pif e dedicato a Franco Battiato. Il regista e attore, siciliano anche lui anche se di Palermo, condurrà i telespettatori, come da lui stesso scritto su Instagram, in un viaggio nei luoghi del Maestro, dalle pendici dell’Etna a Milano, passando per l’Arena di Verona, dove lo scorso settembre si è tenuto il concerto-tributo, nel quale hanno partecipato numerosi artisti della musica italiana tra cui Morgan, Fiorella Mannoia, Max Gazzé ed Emma Marrone.

Ma oltre i cinquanta artisti che riproporranno le più belle canzoni di Battiato, con una certa diffidenza da parte di chi il Maestro lo ha amato ed apprezzato davvero tanto, memori ancora delle diverse interpretazione de “La Cura”, ma anche di una sottotono “E ti vengo a cercare” riproposta lo scorso ottobre da Tiziano Ferro, ci sarà anche un attesissimo un fuori programma che qualche mese fa aveva fatto discutere non poco sui social.

Stiamo parlando di Al Bano e Vittorio Sgarbi che, non previsti in scaletta, sono stati accolti, infatti, da una bordata di fischi, indirizzati soprattutto al critico d’arte: i due, senza eseguire quindi quello che avevano preparato, hanno lasciato il palco. Chissà se stasera verrà mandato in onda dalla Rai questa mirabolante debacle che restituirebbe un po’ di caustica ironia alla (temuta) agiografia del Maestro di questa sera.

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