Parlamentari positivi al voto per il Quirinale, lo sfogo: “I positivi ora vi servono!”

L’elezione del Presidente della Repubblica entra nel vivo della questione, dopo che nei giorni scorsi si è discusso animatamente su come far votare tutti quei Parlamentari che per ragioni legate al Covid-19 (chi positivo, chi in quarantena, chi in isolamento) non potrebbero muoversi dalla loro abitazione.

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Si è scritto “potrebbero” non a caso, in quanto il problema si è risolto facendo arrivare a Montecitorio anche coloro che dovrebbero restare chiusi in casa senza muoversi, giusto giusto per votare il Presidente della Repubblica.

A lamentare questo incredibile fatto sono stati due parlamentari risultati positivi al Covid e che quindi non potrebbero (ribadiamo questa forma verbale) spostarsi da casa, Gianluigi Paragone e Ugo Cappellacci.

I due parlamentari si recheranno all’urna predisposta nel parcheggio della Camera per votare il nuovo Presidente della Repubblica. Per quanto riguarda Cappellacci questo, dopo essere risultato positivo al Covid, ha comunicato la cosa alla Camera, che gli ha fatto compilare un modulo per poter votare per il Quirinale.

A Cappellacci è stata assegnata una fascia oraria in cui recarsi all’urna “con mezzo proprio o mezzo sanitario”. Sulla questione Cappellacci spiega: “E’ una deroga che non toglie diritti a nessuno ma consente a un eletto del popolo di assicurare la massima rappresentatività del Parlamento in cui si vota la massima carica dello Stato”.

Quindi il deputato di Forza Italia non si sente affatto un privilegiato, anche se sottolinea “questo è un caso speciale”.

paragone cappellacci
Paragone e Cappellacci esprimono posizioni antitetiche sulla questione

“I positivi ora vi servono!”: lo sfogo di Gianluigi Paragone

Per quanto riguarda Gianluigi Paragone, ha espresso la sua posizione in una diretta dalla sua pagina Facebook nella serata di ieri: “I positivi ora vi servono! Io da Varese devo recarmi a Roma con un’auto privata, per strada farò un paio di soste, mi fermerò a far benzina, a mangiare un panino. Tutto questo da cittadino normale, se positivo, mi sarebbe vietato. Da senatore, no”.

Effettivamente la situazione è controversa, se pensiamo che in molti Comuni le normali elezioni amministrative sono state spostate di diversi mesi a causa del Covid; o se pensiamo a tutta la trafila che deve fare un normale cittadino che lavora, se risultato positivo al virus. È normale che qualcuno possa vedere in tutto questo dei privilegi che pone i parlamentari al di sopra dei semplici cittadini.

Per non parlare di quando, durante il primo lockdown, mentre tutta l’Italia era bloccata in casa, i Parlamentari potevano spostarsi per la Nazione perché stavano lavorando.
Si può parlare di due pesi e due misure? Per Paragone non ci sono dubbi.

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