L’accoglienza dei rifugiati ucraini affidata ai privati: ma a quanto ammontano gli incentivi mensili?

Ecco come funziona il sistema di accoglienza degli ucraini in Italia, che per lo più viene affidata ai privati con un incentivo economico. Ma a quanto ammonta, quest’ultimo, a livello mensile?

L’emergenza dei rifugiati ucraini tocca, oramai, tantissimi paesi europei, che si stanno organizzando al fine di poter predisporre tutto il necessario per accogliere chi scappa dal conflitto in cerca di un rifugio sicuro.

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Fra i Paesi coinvolti in prima linea compare l’Italia, che ha organizzato, come riportato da il Sole 24 Ore, su un doppio binario: pubblico e privato. 

Rispetto a quest’ultimo lo Stato ha previsto un sistema di incentivi economici al fine di poter sostenere le spese derivanti dall’accoglienza dei profughi ucraini in Italia. Ma a quanto ammonta?

A quanto ammontano gli incentivi economici per l’accoglienza dei profughi ucraini in Italia

Sebbene il sistema sia ancora in fase di definizione da parte della Protezione Civile, il capo del dipartimento, Fabrizio Curcio, ha annunciato che renderà ufficiale le modalità con le quali l’Italia distribuirà una parte dei 400 milioni stanziati dal governo nella prima fase di accoglienza che riguardà i primi 6 mesi. 

I numeri degli arrivi continuano per altro a crescere, come testimoniato dagli arrivi in Italia che, fino a circa una settimana fa, ammontavano a 55.711, ma il numero è in costante aumento.

Per una media di 60mila profughi e per 3 mesi di accoglienza, è previsto un contributo economico da parte dello Stato, il cui range oscillerà in base alla consistenza del nucleo famigliare. 

L’ipotesi, a oggi, va dai 600 ai 900 euro. Una formula, quest’ultima, che richiama quella messa a punto per gli sfollati dei terremoti.

Resta ferma, poi, come si diceva, l’articolazione dell’accoglienza su binari differenti. In tal senso, i 15mila posti restanti previsti andranno a carico di associazioni del terzo settore, con un contributo giornaliero di 20 euro per ciascuno dei profughi che l’ente prenderà a carico.

Ad essere chiamati in causa anche le associazioni religiosi, come la rete Caritas. Quest’ultima si è già messa in contatto sia con parrocchie con istituti che hanno offerto spazi di accoglienza che verranno, a loro volta, coordinati dalle Procure presenti sul territorio italiano. 

Una parte dei fondi previsti sarà destinata anche ai Comuni, che sono attualmente attivi nell’individuazione di strutture da adibire per i profughi. 

Un contributo sarà previsto anche per quanto concerne l’assistenza di tipo sanitario, andando a riconoscere un contributo di natura forfettaria a Regioni o Province per consentire ai rifugiati di poter accedere al Sistema Sanitario Nazionale.

Da inglobare, nella lista degli incentivi previsti, quelli destinati alle Scuole e al sistema del lavoro. Tantissimi, infatti, gli studenti fuggiti, che dovranno essere inglobati nelle istituzioni di formazione italiana.

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