Continuano a diminuire le nascite: di questo passo gli italiani si estingueranno – i dati allarmanti

Continua il calo delle nascite e se gli italiani non faranno un passo indietro saranno guai tra qualche anno.

Secondo le ultime, allarmanti proiezioni Istat, nel 2050 ci saranno circa 5 milioni di italiani in meno; prospettiva che peggiora per il 2070, quando la popolazione potrebbe perdere altri 47 milioni di persone.

Si tratta di 12 milioni in meno rispetto ad oggi, come se gli abitanti di due o tre intere regioni sparissero totalmente. Secondo quanto riportato da ‘La Stampa’, i dati Istat rivelano che le nascite potrebbero calare da 400 mila a circa 298 mila all’anno.

Se già 400 mila è una scarsa cifra, la prospettiva non è radiosa; solo il 52% della popolazione sarebbe in età da lavoro, mentre ben il 32% sarebbe in età da pensione.

Ieri il Presidente Sergio Mattarella -durante il suo messaggio agli Stati generali della natalità di Roma- ha sottolineato che quello delle nascite è “uno degli aspetti più preoccupanti delle dinamiche sociali contemporanee” e che per le donne “non può esservi opposizione tra impegno professionale, attività lavorativa e scelta di maternità”.

Anche Papa Francesco ha rivolto l’attenzione al problema con parole dure: “Non vedere il problema della denatalità è un atteggiamento miope, è rinunciare a vedere lontano, a guardare avanti”. Bisognerebbe colmare 500 mila nascite, ma si tratta di un obbiettivo raggiungibile nell’arco di 40-50 anni.

Negli ultimi anni si sperava sugli immigrati, ma anche lì le nascite calano

Anche gli immigrati non sono una soluzione al problema: nel 2016 i nati da genitori entrambi stranieri erano già scesi sotto i 70 mila e nel 2020 sono calati ancora sotto i 60 mila. In tutto costituiscono il 14,8% del totale di nascituri.

Inevitabilmente, la situazione nascita si è proiettata anche sul sistema scolastico. Il 10% degli studenti nelle scuole italiane sono figli di immigrati, su circa 8 milioni e mezzo di studenti. Il calo delle nascite ha inevitabilmente diminuito il numero di iscritti nelle nostre scuole.

Tra gli anni scolastici 2015/2016 e 2019/2020 il numero degli iscritti è sceso di 343 mila, circa il 4% in meno. Le statistiche rivelano però che in calo sono solo gli studenti italiani (-5%) mentre sono aumentati quelli stranieri (+7,6%).

A tal proposito si è espresso il ministro Patrizio Bianchi, spiegando: “Nella scuola, secondo le tendenze attuali, dovremmo avere, dal 2021 al 2032, 1 milione e 400 mila ragazzi in meno. Di fronte a questo, abbiamo deciso di mantenere uguali le risorse, anche se c’è questa caduta demografica, perché abbiamo fiducia di poterla invertire”.

Purtroppo anche il problema istruzione è subordinato ad un altra piaga sociale, ovvero quella della povertà. L’ultimo rapporto Istat ha rivelato che più di 5 milioni e mezzo di italiani (il 9,4% della popolazione) vive in condizioni di assoluta povertà; un 1 milione e 300 mila di questi sono bambini.

Senza garantire uno stile di vita dignitoso a queste famiglie, è impossibile raggiungere un livello di istruzione adeguato. Il problema è dunque rimandato ai politici, incaricati di trovare una soluzione in primis all’elevato tasso di disoccupazione.

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