Meloni-Letta pronti a tradire gli elettori? La bizzarra (ma possibile) ipotesi di una alleanza rossonera

Aleggia l’ipotesi di una possibile alleanza rosso-nera fra Giorgia Meloni e Letta. E se è pur sempre fantapolitica, lo è fino a un certo punto: nella Lega, infatti, dilaga il timore che il tentativo di redenzione della Meloni e di discredito verso la Lega  stia avendo riscontri anche oltre oceano da quelli che dovrebbero essere gli alleati americani (soprattutto per il timore che escano prove di reciproci interessi con Putin…). E dal canto suo Berlusconi, consapevole del fatto che potrebbe essere “rimesso nella teca” da Fratelli d’Italia, punta alla carta del discredito di entrambi i leader, nella speranza di assicurarsi il posto che i numeri non potranno garantirgli…

Se è vero che in amore tutto è possibile, questa massima vale altrettanto per la politica, soprattutto laddove aleggiano nell’aria segreti corteggiamenti e scambi di idee.

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Ed è proprio di corteggiamenti politici inaspettati che parla il nuovo report di Dagospia, nel quale spunta un ipotesi così tanto bizzarra da poter essere veritiera: quella di un’alleanza rosso-nera.

D’altronde è la stessa storia ad insegnarci che la parola impossibile in politica, sopratutto in quella italiana, è da bandire dal vocabolario, come l’alleanza Movimento Cinque Stelle e Lega ci ha insegnato.

Ma sono ancora di più i fatti, ora, a far pensare che un accordo fra Giorgia Meloni ed Enrico Letta non sia uno scenario che possa escludersi del tutto.

I numeri, sicuramente, sono quelli che danno maggior motivo di pensare ciò.

Entrambi i leader, infatti, sono a capo dei partiti dati in testa nei sondaggi. Ma non solo.

La vicinanza fra i due, che si scontrano ma si osservano, che dialogano e si pungolano ma con una certa ambiguità, fa pensare che in nome dell’emergenza nazionale si possano fare strappi a regole non scritte e dunque facilmente valicabili.

Ed anche il contesto tanto nazionale quanto internazionale sembra creare il retroterra per un’ipotesi del genere, nonostante i recentissimi attacchi di Letta contro la leader di FdI sull’ipotesi del presidenzialismo.

Alleanza Meloni e Letta: utopia o realtà?

Gli ultimi reciproci attacchi in campagna elettorale farebbero propendere palesemente a pensare che si tratti di totale utopia.

Lo scontro fra Letta e Meloni sul presidenzialismo, in particolare, è quanto mai acceso ed è finito su tutti i giornali possibili.

Il leader del Partito Democratico ha infatti accusato Giorgia Meloni di “voler mandare a casa Mattarella”, ipotesi derisa da Salvini che, con fare populistico, invita Letta a mettere da parte queste diatribe per firmare un aiuto per il caro bollette.

Ma non solo. Per Letta la Meloni rimane quella di Vox, e non quella moderata delle ultime due settimane di campagna elettorale.

Ma a parte queste querelle, è così tanto utopica l’ipotesi di Dagospia di un possibile accordo fra Fratelli d’Italia e PD?

Lo è, ma fino a un certo punto. O meglio, sono fuori dall’Italia i limiti per Giorgia Meloni, precisamente negli Stati Uniti, ma anche in Francia e in Germania, ed è proprio dove ci sono questi limiti che aleggia la possibilità che accada.

Guardando ai numeri, infatti, Fratelli d’Italia è dato in testa ai sondaggi rispetto ai due alleati Salvini e Berlusconi.

Se, scrive Dagospia, la Lega venisse affondata sotto il 12% e Forza Italia inabissata sotto il 7%, una volta fatto fuori Salvini e “riposto nella teca Berlusconi”, la Meloni non potrà fare altro che guardarsi in giro e, accanto a lei, vedrebbe indubbiamente l’esile figura di Enrico Letta, che dal punto di vista teorico, per ora, si attestano come le prime due forze del Paese.

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(Screen: La7; Fonte Sondaggi: IPSOS)

La leader di FdI non sarebbe tuttavia da sola, e questo potrebbe essere un elemento di garanzia oltreoceano.

Con i “garanti” Draghi, Letta e Mattarella, infatti, la Meloni potrebbe realmente sperare di entrare a pieno titolo nei piani alti.

A sostegno di questa ipotesi Dagospia parla di una “corrispondenza di amorosi sensi” fra Letta e Meloni.

I due, si apprende, si scambiano spesso pareri al telefono e, nonostante le abissali distanze ideologiche, si piacciono.

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Ma è soprattutto la situazione interna al centrodestra a far pensare che la Meloni possa finalmente avere la sua rivincita governando da sola.

Salvini e Berlusconi contraddicono pubblicamente ogni sua dichiarazione fatta per tentare di allinearsi su una via maggiormente moderata che possa infondere fiducia negli elettori.

L’obiettivo di entrambi è ovviamente farla calare di credibilità per scongiurare l’ipotesi peggiore di tutte: che salga al governo e ottenga i numeri per fare ciò che vuole.

Questo sarebbe possibile, come anticipato, solo con una disfatta numerica della Lega, un piano possibile solo se Salvini perdesse credito e credibilità.

In casa Lega dilaga la paura

Ed è proprio di questo che ha paura la Lega, sopratutto per la questione legata agli affari russi, se così possiamo definirli.

Da oltre oceano proprio in questi giorni è arrivata una stangata non indifferente non dai democratici, ma dall’ex collaboratrice di Trump, Julia Friedlander.

La politica ha dichiarato senza mezzi termini che “i rapporti tra Salvini e Putin sono guidati da probabili interessi finanziari”.

Apriti cielo.

La Lega ci ha tenuto a rispondere per le rime a queste insinuazioni, “zeppe di dubbi e condizionali, contro la Lega e Matteo Salvini che si difenderanno in ogni sede opportuna contro le parole di Julia Friedlander e il quotidiano che le ha pubblicate”, si legge nella nota diffusa dalla Lega.

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Ma la paura vera, scrive Matteo Pucciarelli su La Repubblica, è che possa trattarsi di “un antipasto”, e che possa uscire qualcosa di più grosso fino al 25 settembre.

A fare riferimenti in tal senso sarebbe stato un “colonnello salviniano”:

“Sta accadendo qualcosa di strano – confida l’uomo – Sembra quasi che sia in corso una manovra per rendere Giorgia Meloni affidabile e gradita al sistema e contemporaneamente delegittimarci giorno dopo giorno“. 

Il terrore di Berlusconi di essere estromesso

Nel frattempo Berlusconi, ben consapevole di essere all’angolo nella coalizione, non manca di sferrare attacchi agli alleati.

Ospite a Porta a Porta il cavaliere ha parlato di lui come l’unico leader con “competenza, esperienza e cultura”, nonché l’unico a poter mediare con Putin assieme alla Merkel.

Sul futuro del governo, inoltre, Berlusconi è convinto (perché di questo, si tratta) che i ministeri non verranno divisi in base alla percentuale di voti ottenuti, ma in base alla qualità dei ministri.

Chissà se Salvini e Meloni approverebbero.

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Tutti questi elementi, sommati alla riflessione precedente, fanno pensare che l’accordo, in fondo, non sia così tanto impossibile.

Ovviamente questo “compromesso storico”, come ironicamente lo ha definito Dagospia, non arriverebbe dall’oggi al domani.

E soprattutto non oggi.

Non è possibile pensare a un’alleanza simile prima del voto, ma solo dopo, quando dinanzi all’urgenza di formare un esecutivo si potrebbero mettere da parte ideologie e vecchi rancori in nome del bene del Paese.

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