Che fine ha fatto Roberto Formigoni? L’ex Presidente della Lombardia pronto ad una nuova vita

Vi ricordate dell’ex presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni? Finalmente ha scontato la sua pena ed ha nuovi progetti per il futuro.

A Febbraio del 2019 aveva fatto scandalo il processo Maugeri-San Raffaele, che aveva portato alla condanna per Formigoni a cinque anni e dieci mesi di detenzione. In appello aveva ricevuto due anni di condanna in più, ridotti poi dalla Cassazione.

L’ex politico aveva favorito con delibere di giunta l’istituto Maugeri di Pavia e l’ospedale San Raffaele di Milano: i due hanno ottenuto circa duecento milioni in rimborsi pubblici, Formigoni in cambio si è goduto una vita nel lusso sfrenato, tra cene, viaggi, gite in barca e perfino una villa in Sardegna.

I primi cinque mesi di reclusione sono trascorsi nel carcere di Bollate, poi il Tribunale di Sorveglianza gli ha concesso i domiciliari il 17 Luglio 2019. Adesso grazie agli sconti per buona condotta, dopo solo tre anni e tre mesi in casa, Formigoni può nuovamente uscire sotto condizione.

La pena verrà ufficialmente scontata nel Marzo 2024 ma, nel frattempo, già nel 2020 i legali del lombardo avevano fatto richiesta per l’affidamento ai servizi sociali, accolta solo adesso a causa dei ritardi del biennio pandemico.

Il Tribunale ha finalmente dato il via libera al laureato in filosofia per essere affidato, in prova, al Piccolo Cottolengo don Orione di Milano. Lì, come servizio alla comunità, insegnerà italiano alle suore straniere.

La struttura è dedicata all’assistenza di anziani e disabili, dei quali si prendono cura suore italiane e non. Così Formigoni darà una mano alle poche consorelle italiane rimaste (sempre meno dato l’allontanamento dei giovani dalla religione), facilitando la comunicazione con le altre sorelle.

La nuova vita di Roberto Formigoni

Ritorna sui banchi di scuola l’ex presidente della regione Lombardia Roberto Formigoni, che deve ancora scontare poco più di un anno di detenzione.

La strada per l’ex politico rimane comunque lunga; senza contare eventuali ed ulteriori ‘tagli’ alla propria pena per buona condotta, come tutti i detenuti in affidamento-prova sarà tenuto a sottostare a rigide regole.

Il Tribunale di Sorveglianza concede infatti l’affidamento a patto che il detenuto esca fuori casa soltanto tra le 7 del mattino e la 23 della sera, con il divieto assoluto di uscire dai confini della Regione Lombardia.

Le uscite fuori dall’orario stabilito possono essere concesse soltanto per ‘comprovate gravi necessità’ e devono comunque essere autorizzate dalle forze dell’ordine.

Inoltre dovrà mantenere una “condotta conforme alle regole di civile convivenza”, non potrà fare uso di droghe né avere un qualche tipo di contatto o frequentazione (senza un’adeguata ragione) con:

“Pregiudicati, tossicodipendenti/alcoldipendenti, soggetti sottoposti a misure alternative, cautelari, di sicurezza o di prevenzione o comunque persone che lo espongano al rischio di commissione di reati (salvo si tratti dei familiari) omettendo altresì di frequentarne gli ambienti”.

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