Giallo sulla morte di Maradona, infermiera costretta a mentire sul referto del decesso

Crescono gli interrogativi dietro la morte di Diego Armando Maradona. Inizialmente era stato l’ avvocato del ‘Pibe’, Matias Morla, a sollevare dubbi sui tempi del primo soccorso. Col passare dei giorni la questione sembra aver perso validità, è stato stabilito infatti che l’ ambulanza richiesta mercoledì 25 Novembre alle 12:17 sia arrivata nella villa della località di Tigre alle 12:28.

Ci sono poi le dichiarazioni di Alfredo Cahe, per 33 anni responsabile della salute di Maradona. Il dottore, parlando dell’ operazione a cui si era sottoposto l’ ex campione argentino lo scorso 3 Novembre, si era scagliato contro i medici che gli avevano rimosso il coagulo al cervello: “Non esiste che un paziente nelle sue condizioni venga dimesso una settimana dopo quel tipo di intervento. Mandarlo a casa è stata una stupidaggine. In secondo luogo avrebbe dovuto avere un medico adeguato accanto, che fosse in grado di assisterlo in caso di emergenze, cosa che evidentemente non è accaduta. Non so perché ci fosse tanta urgenza di operarlo, ho molti dubbi. Non era necessario intervenire subito.”

Nelle ultime ore è spuntato un nuovo giallo sull’ ora del decesso. Secondo uno degli infermieri incaricati di assistere Maradona, alle 6:30 Diego era ancora cosciente. Il quotidiano ‘Clarin’ riporta le rasi inquietanti dell’ infermiera che ha svolto il turno successivo. Il paramedico ha dichiarato di aver sentito dei rumori provenienti dalla stanza di Maradona intorno alle 7:30, senza però andare a controllare. L’ infermiera afferma di essere stata costretta a mentire sul referto, scrivendo di averlo visitato di primo mattino. Sull’ episodio è stata aperta un’ indagine dalla procura di Buenos Aires.

 

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