Spunta un video della notte di Ciro Grillo e amici: ricostruita la dinamica delle violenze

Finiscono agli atti i filmati che ricostruirebbero i fatti accaduti quella notte: la ragazza, costretta a bere, sarebbe stata “spinta nel box della doccia e stuprata”

Si aggiunge il tassello decisivo al complesso puzzle giudiziario riguardante Ciro Grillo, figlio di Beppe Grillo, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria, tutti e quattro formalmente indagati per violenza sessuale in concorso. La ricostruzione della notte della violenza è adesso agli atti ufficialmente dopo il sequestro dei video presenti all’interno dei telefoni cellulari degli indagati: fra questi, compare un filmato in cui Ciro Grillo compie un atto sessuale su una ragazza sfinita dall’alcol e praticamente addormentata, come riportato da La Stampa.

La ricostruzione della notte di violenze

La procura di Tempio Pausania ha ufficialmente concluso le indagini riguardanti la presunta violenza sessuale avvenuta durante la notte del 17 luglio 2019 in una casa vacanze in Sardegna appartenente a Beppe Grillo. La vicenda ha inizio proprio quella sera al locale Billionarie: i quattro amici dopo una serata a base di vodka avevano conosciuto due ragazze milanesi, e le avevano invitate a casa di Ciro Grillo per una spaghettata. La Stampa riporta la ricostruzione delle indagini:

“I quattro costringevano e comunque inducevano X, abusando delle sue condizioni di inferiorità fisica e psichica dovuta all’ alcol, a subire e compiere atti sessuali” si legge nell’articolo “Entravano e uscivano dalla stanza ridendo tra loro e ostruendo il passaggio a Y, quando, divincolatasi, la ragazza tentava di allontanarsi, consentendo in tal modo a Corsiglia di raggiungerla nuovamente, di afferrarla e spingerla nel box doccia del bagno, dove la costringeva a subire un ulteriore rapporto”. Nell’articolo sono riportati ulteriore dettagli della serata: “La forzavano a bere della vodka, afferrandola per i capelli e tirandole indietro la testa e la costringevano e comunque la inducevano a compiere e subire ripetuti atti sessuali.

Nessuna dichiarazione, comunque, da parte degli avvocati di accusa e difesa, che vogliono mantenere la riservatezza fino a quando il caso non sarà chiuso, molto probabilmente per evitare la mattanza mediatica avuta nel caso Genovese.

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