Di quando Paolo Rossi sarebbe potuto essere azzurro anche nel club: “Adorava Napoli ed il popolo napoletano”

Federica Cappelletti ha raccontato alcuni retroscena della vita di Paolo Rossi, campione del mondo scomparso a 64 anni a causa di una brutta malattia.

E così, come riporta Repubblica, ha raccontato un retroscena legato a un suo possibile trasferimento a Napoli:

“Il rifiuto al Napoli? Paolo mi ha sempre spiegato che non ha mai rifiutato Napoli. Paolo chiese a Ferlaino di fare una squadra vincente, Ferlaino disse che non avrebbe fatto una squadra vincente ed allora rifiutò. Ma, Paolo adorava Napoli ed il popolo napoletano gli è sempre dispiaciuto non vestire la maglia azzurra“.

Quindi, parlando di Napoli (e di Maradona), la vedova di Paolo Rossi ha raccontato della reazione di Pablito alla scopereta della morte di Maradona:

“Quando è morto Maradona, Paolo ha iniziato a singhiozzare come un bambino, è stato un momento doloroso. Spero che adesso stiano assieme”.

Sempre riguardo al passato, una battuta sulla vicenda più triste della carriera di Rossi, la squalifica legata al totonero:

“Abbiamo ricostruito questa vicenda, avrei giurato che non avesse fatto nulla del genere, non era attaccato ai soldi. Abbiamo trovato tutti i documenti: anche gli accusatori di allora lo hanno dovuto scagionare, lo hanno trascinato dentro perché era il nome più importante”.

Per finire, sugli altri eroi del mondiale del 1982, a partire da Bearzot e terminando con Cabrini e Tardelli (ex compagni anche in bianconero):

“Bearzot? L’ultimo incontro prima che Bearzot morisse gli disse: ‘Ho sempre creduto in te e nella tua innocenza. E sapevo che mi avresti fatto vincere il mondiale’. Cabrini? Ho sentito Antonio e Tardelli non riescono neppure a parlare, con tutti quelli dell’82 c’è un rapporto bellissimo, ma con Marco ed Antonio c’è un rapporto speciale. Tardelli mi diceva tutti i giorni: ‘Ricordati che è mio fratello, non mi mentire sulle sue condizioni’“.

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