Vittorio Sgarbi e la “Turca autentica”: una latrina – opera d’arte scatena le polemiche

Vittorio Sgarbi fa spesso parlare di sé.

Stavolta lo fa per un’opera d’arte postata attraverso il proprio profilo Facebook.

Una toilette alla turca, colorata con i colori della bandiera turca.

Titolo dell’opera? ‘Turca autentica’, in esposizione da oggi a Castiglion Fiorentino – in provincia di Arezzo – nell’ambito della rassegna di arte contemporanea ‘I Mille di Sgarbi’, rassegna che dovrebbe (condizionale d’obbligo date le contingenze sanitarie) essere aperta al pubblico il prossimo marzo.

Tanti i commenti non esattamente positivi nei confronti del critico d’arte e dell’opera d’arte in sé:

“Questa non è né arte né libertà di espressione.
È solo un offesa…
Se lo facessero alla mia nazione e alla mia religione io lotterei fino all’estremo sacrificio per difenderlo…da censura”.

Un commentatore turco, dal canto suo:

“Sig. Sgarbi questa non è ne arte ne libertà d’espressione, questa è un’offesa alla bandiera e nazione di un popolo che ha dovuto lottare e sacrificare vite umane per poterla rendere libera ai suoi tempi… Può tranquillamente piacerle o meno il Governo attuale, può appoggiare o meno le loro idee, ma per avere un po’ di notorietà non può offendere un intero popolo, la bandiera e il loro credo…!!!”

E per finire c’è chi si spinge oltre e teme per le sorti degli italiani in Turchia:

“Vedremo come saranno accolti gli Italiani in Turchia da oggi!
Ricordatevi quello che ho detto, non vi rendete conto delle cose!”

Dal canto suo, Sgarbi ha commentato così – secondo quanto riportato da Dagospia (che parla anche di commenti minacciosi a corredo della foto, commenti per lo più marginali):

“Questa è la degenerazione imposta dal cosiddetto ‘politicamente corretto”, in nome del quale si vuole adesso comprimere anche la libertà creativa dell’artista. Nel caso specifico l’artista credo abbia solo giocato con le parole, e il titolo dell’opera lo testimonia: “Autentica turca”. Sì, la mezza luna è anche il simbolo dell’islamismo, ma è una mistificazione sostenere che io, esponendo l’opera, abbia voluto lanciare un messaggio politico o religioso, men che meno al Governo turco. Tra l’altro ho anche molta simpatia per Erdogan. È solo un’opera d’arte, non una dichiarazione di guerra o un’azione blasfema. Sono rimasto comunque sorpreso per la natura di certi commenti che incitano all’odio e alla violenza contro di me. Chiederò al mio legale di fare le necessarie azioni nei confronti delle autorità di polizia. Ci sono in giro molti esaltati”.

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