Lo scienziato che ha scoperto l’Ebola avverte: una malattia molto più letale del Covid sta arrivando

Uno degli scienziati che ha permesso di isolare il virus dell’Ebola ha rivelato che una malattia più letale del Covid-19 sta per arrivare.

Quando la malattia Covid-19 è emersa dal territorio di Wuhan, sono stati sottolineati e riportati alcuni report dell’Oms riguardanti il rischio di diffusione pandemica di nuovi virus. In tali report si sottolineava il fatto che in un mondo così interconnesso, in cui c’è una facilità di spostamento mai avuta prima, una malattia virale (come quella generata dal  Sars-Cov-2) ha una facilità di diffusione incredibilmente pericolosa.

Nei report venivano anche approntate delle proiezioni basate su virus con un tasso di letalità maggiore rispetto a quello che ha causato l’attuale pandemia. I dati sui decessi risultavano inquietanti, motivo per cui veniva sottolineata l’esigenza di ammodernare le strutture sanitarie e di utilizzare delle misure igieniche più stringenti nei luoghi a rischio generazione focolaio (l’abolizione dei Wet Market, ad esempio) al fine di prevenire esiti catastrofici. Dopo la diffusione planetaria del virus, alcuni esperti hanno sostenuto che nei prossimi anni potremmo correre il rischio di una nuova pandemia, questa volta con un tasso di letalità più alto.

Lo scienziato che ha scoperto l’Ebola avverte: “La prossima pandemia sarà molto più letale”

Per capire qual è il reale rischio di una prossima pandemia, la CNN ha chiesto un parere al Professor Jean-Jacques Muyembe Tamfum. Lo scienziato è stato colui che per primo nel 1966 ha isolato un virus all’interno del sangue di un paziente affetto da una malattia allora sconosciuta. Tale virus è poi stato conosciuto in tutto il mondo come quello responsabile dell’Ebola. Oggi il Professor Muyembe è a capo dell’Istituto di Ricerca Nazionale Biomedica di Kinshasa e si occupa principalmente di quelle malattie che possono compiere il salto di specie.

Proprio le malattie zoonotiche sono quelle maggiormente pericolose per l’uomo. I coronavirus che infettano gli esseri umani, ad esempio durante la stagione influenzale, non sono generalmente letali, poiché nel nostro corpo ci sono gli anticorpi atti a contrastarli. Quando invece avviene il salto di specie, come nel caso della Sars o del Covid, il nostro organismo si trova impreparato alla malattia che genera.

Alla domanda sulla possibilità che la prossima pandemia sarà molto più letale di questa, lo scienziato ha risposto: “Penso proprio di sì”. Ed ha aggiunto in seguito: “Ci troviamo in un mondo in cui continueranno a spuntare nuovi patogeni. E questo costituisce una minaccia per il genere umano”. A favorire il salto di specie dei virus è la coabitazione di umani e animali in ambienti prima esclusivamente occupati da questi ultimi. Così come gli animali, infatti, anche i virus si adattano ai nuovi ospiti e compiono quelle mutazioni che gli consentono di occupare forme di vita differenti.

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