Assedio a Capitol Hill, le abissali differenze con Black Lives Matter e le verità su Trump

Dopo l’assalto al Campidoglio da parte dei sostenitori di Trump, sorge inevitabilmente il raffronto fra il massiccio impiego delle forze dell’ordine in occasione delle proteste del movimento Black Lives Matter e la risposta pressoché inesistente, oltre che lentissima, di ieri delle forze dell’ordine

Dopo la paura e lo sgomento iniziale, in tutto il mondo iniziano a palesarsi le prime analisi a sangue caldo dell’assedio di ieri dei Trump-supporter a Capitol Hill, durante il quale hanno perso la vita 4 persone. A destare stupore in tutto il mondo è stata, al di là del fatto in sé, la facilità con la quale i manifestanti hanno assediato una struttura istituzionale come quella di Capitol Hill e la lentezza e il blando dispiegamento dei corpi militari per riportare l’ordine nel Campidoglio con il relativo arresto dei manifestanti, parte dei quali era armata. Un altro aspetto da chiarire in questa torbida vicenda è il fatto che a richiedere l’intervento della Guardia nazionale della capitale (la National Guard di Washington) sia stato il vicepresidente ancora in carica Mike Pence e non il Presidente Donald Trump. In questo tram tram mediatico sono in tanti a fare un raffronto con quanto accaduto durante le proteste del movimento Black Lives Matter: in occasione delle loro manifestazioni, molte delle quali pacifiche, sono stati dispiegati persino mezzi corazzati ed elicotteri. Alla fine, dopo le interruzioni dovute all’invasione dei manifestanti nella seduta di ratifica, il Congresso ha certificato l’elezione di Joe Biden come 46esimo presidente degli Stati Uniti e di Kamala Harris a vicepresidente, ma non senza l’amaro in bocca. Sono tante, infatti, le responsabilità da appurare, in primis quelle di Donald Trump che, dopo aver fomentato inizialmente i manifestanti, ha continuato a dar loro ragione anche dinanzi le violenze.

Il confronto con le proteste di Black Lives Matter

A differenza di quanto accaduto a giugno in occasione delle proteste del movimento Black Lives Matter, molte delle quali pacifiche, durante l’assedio di Capitol Hill non sono stati dispiegati mezzi corazzati ed elicotteri, sebbene si tratti di una delle sedi istituzionali democratiche più importanti d’America e nonostante fosse in corso un procedimento delicatissimo come lo è quello della ratifica dell’elezione del presidente degli States.

Leggi anche => Auto della polizia si lancia contro i manifestanti di Black Lives Matter: almeno 12 persone colpite

Leggi anche => “Non posso respirare”: così la polizia negli States uccide ancora. Stavolta un ispanico

Assedio a Capitol Hill
Sostenitori di Trump in massa fuori dal Campidoglio ormai assediato

Le differenze dell’atteggiamento governativo in queste due occasioni sono a dir poco abissali, a partire dal numero degli arresti: solo per le proteste nate a ridosso della morte di George Floyd (a cui ne sono seguite altre), si possono contare 88 arresti contro i 55 di ieri.

Leggi anche => Afroamericano con disturbi mentali incappucciato e ucciso dalla polizia: emerge il video

Arresti Black Lives Matter
Manifestanti disarmate bloccate dalla polizia

Altro aspetto, forse uno dei più gravi, è la differenza nel dispiegamento della Guardia Nazionale: a giugno, una delle immagini simbolo delle proteste divenne proprio la foto della guardia nazionale in tenuta militare in piedi sulle scale del Lincoln Memorial, il tutto mentre stava avvenendo una protesta del tutto pacifica. Ieri sera, invece, i sostenitori di Trump con armi addosso avevano già fatto breccia nell’edificio istituzionale quando la Guardia Nazionale era arrivata.

Guardia Nazionale americana Black Lives Matter
Guardia Nazionale sul Lincoln Memorial in occasione delle proteste Black Lives Matter

Sconcertanti dettagli sulle responsabilità di Trump

Emergono, ora per ora, dettagli fondamentali per comprendere le responsabilità di Donald Trump nella faccenda. Oltre a non aver dato lui in prima persona l’ordine di far intervenire la Guardia Nazionale, schierata in campo da Mike Pence, emerge un altro sinistro dettaglio in questa grottesca quanto preoccupante vicenda: secondo quanto dichiarato alla CNN da un funzionario delle forze dell’ordine federali, l’amministrazione Trump all’inizio della settimana aveva deciso che la protezione delle strutture federali non sarebbe spettata come di consueto alla Guardia Nazionale di Washington ma bensì alle forze dell’ordine civili.

arrivo in ritardo guardia nazionale washington assedio congresso
L’arrivo tardivo della Guardia Nazionale a Capitol Hill

 

Impostazioni privacy