Mario Adinolfi vs Maneskin, è ironia sull’autocensura del testo per l’Eurovision: “Sono stati zitti e buoni”, e la band risponde

Dopo la loro vittoria a Sanremo, per i Maneskin ora è tempo del rinomato Eurovision.
Per poter partipare al contest musicale, però, la trasgressiva band ha dovuto censurare il suo brano.

Tale scelta ha causato una serie di polemiche e prese in giro, fra le quali quella di Mario Adinolfi, giornalista e politico fortemente conservatore e cattolico, che non ha ovviamente perso occasione per deriderli pubblicamente sui social.

I Maneskin, però, non si sono persi d’animo, rispondendo a tono e spiegando le loro ragioni.

Il post di Mario Adinolfi

“Pur di partecipare all’Eurofestival – scrive su Twitter Mario Adinolfi – i Maneskin hanno accorciato il brano con cui hanno vinto a Sanremo e cancellato tutte le parolacce. Ve la immaginate la risposta di Guccini se gli avessero chiesto di farlo dall’Avvelenata? I Maneskin invece sono stati Zitti e buoni’”.

Mario Adinolfi ironizza sulla scelta dei Maneskin di eliminare il turpiloquio dal loro brano per renderlo più presentabile per il contest internazionale di Eurovision, anche se sul palco di Sanremo le parolacce erano ben presenti:

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Måneskin (@maneskinofficial)

I Maneskin: “Siamo ribelli, ma non scemi”

Damiano dei Maneskin risponde alle critiche a sua volta con un post su Instagram: “Non ci ha fatto piacere cambiare il testo per partecipare all’Eurovision, ma c’è una questione di buon senso. Abbiamo pensato che era meglio cancellare una parolaccia, che lascia il tempo che trova, pur di fare una cosa così importante. Siamo ribelli ma non scemi, togliere una parolaccia non cambia il significato della canzone. Tuttavia c’è un regolamento e sarebbe stato sciocco farsi eliminare dal contest”.

“Anche la foto in cui mi tocco le parti intime – ha poi aggiunto il frontman romano – è stata cancellata da Instagram e anche questa non è fondamentale, è inutile toglierla e poi ripostarla, anche perché con Instagram un po’ ci lavoriamo”.

Impostazioni privacy