“Aiutatemi a curarmi dalla malattia rara che mi sta paralizzando”: l’appello di Marco Fallini

Marco Fallini, 33 anni, ha lanciato un appello su Facebook per riuscire a trovare una cura per la malattia rara che lo costringe a letto da oltre sei anni.

Dopo una serie di diagnosi sbagliate, Marco Fallini si rivolge al web per cercare di trovare una soluzione a quella malattia – ancora incomprensibile – che per il momento sembra un vicolo cieco.

“La mia quarantena dura da sei anni”

“Quanti di voi amano uscire con gli amici, andare in bicicletta, ballare? – si sfoga Marco Fallini con un post su Facebook. In questo periodo di limiti dovuti al Coronavirus, molti sono costretti a grandi rinunce. La mia quarantena dura da sei anni. Una situazione che non cambia e non cambierà neanche una volta finita la pandemia. Per questo vi chiedo di aiutarmi”.

Forti dolori, come “chiodi conficcati nel bacino”

Marco Fallini stava quasi per perdere la speranza quando ha deciso di rivolgersi al web, rendendo pubbliche le proprie cartelle cliniche. La storia medica del ragazzo consta di oltre 100 visite dalle quali sono emerse le diagnosi più disaprate: spondiloentesoartrite psoriasica e impingement femoro-acetabolare, associati a dolore cronico.

Eppure, nessuna di queste diagnosi sembra per il momento riuscire a trovare una soluzione definitiva per Marco, ma nemmeno un palliativo. Gli antidolorifici per lui sono “come acqua fresca”.

“Per farvi capire – continua a spiegare su Facebook –, è come se avessi dei chiodi di grosse dimensioni conficcati nel bacino, nella schiena, nelle ginocchia. Dolori sempre presenti qualsiasi posizione assuma, che accompagnano la mia giornata dall’inizio alla fine, anche ora mentre scrivo questo post. A questo si aggiunge un mal di testa costante”.

Una vita dolorosa, ma non si arrende

Marco Fallini aveva per un tempo pensato che non ci fosse alcuna soluzione di cura per lui e la sua malattia inspiegabile. “Tempo fa mi sono iscritto a un’associazione che accompagna i malati terminali a una morte assistita”, spiega ancora su Facebook. “Quando ci si sente sotto tortura senza prospettive di miglioramento, questa alternativa viene presa in considerazione in maniera concreta. La mia ultima speranza ora è affidata ai social. Non avrei mai pensato di tentare questa strada fino a poco tempo fa, ma non mi restano alternative”.

Ma adesso il 33enne non si arrende. Per questo motivo ha deciso di lanciare un appello a chiunque fosse nella possibilità di dargli una mano, attraverso il sito web helpingmarco.com oppure attraverso Facebook.

Ci auguriamo che Marco possa trovare presto una soluzione al suo male o perlomeno una diagnosi esaustiva.

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